Potenza,15/11/2021 – “Rilanciare un piano di sviluppo della chimica verde per riconvertire il sito produttivo della Val Basento in connessione con il comparto agricolo, portando finalmente a reddito il lavoro di migliaia forestali regionali e recuperando le professionalità impegnate per anni nel petrolchimico, tutto in un ottica green ed ecosostenibile”.
È quanto propone il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa. “Questo è il tempo delle scelte, non avremo un secondo tempo – afferma Summa – Serve coraggio e visione per riscrivere il futuro della transizione ecologica del nostro territorio. La strada è ormai segnata: i 59,47 miliardi del Pnrr destinati alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica e gli investimenti in bioeconomia circolare sono ormai cruciali per la trasformazione dei modelli di sviluppo, per una transizione green degli ecosistemi finalizzati al raggiungimento degli obiettivi imposti dal Green New deal. La bioeconomia ormai sta diventando uno dei pilastri dell’economia italiana, con il 13% del fatturato e dell’occupazione nazionale.
Non deve sfuggire – precisa Summa – che la bioeconomia è anche una delle cinque aree di specializzazione della strategia regionale di ricerca e sviluppo della Regione Basilicata e che è stato istituito in Basilicata il cluster regionale della bioeconomia composto da un partenariato pubblico e privato della ricerca e delle imprese. Ma a distanza di anni, come spesso accade, si parte in quarta e si arriva con la retromarcia, rischiando di diventare sempre il fanalino di coda di un mondo che corre e schiaccia sull’acceleratore.
Non c’è più tempo – rimarca il segretario della Cgil lucana – dobbiamo rilanciare il progetto della chimica verde in Basilicata coinvolgendo Total ed Eni, che a livello nazionale stanno investendo tantissimo nella bioeconomia circolare. Oggi più che mai, alla luce di un modello di transizione ecologica che impone accelerazioni importanti per traguardare la svolta emissiva sempre più sofferta, come ci ha dimostrato la recente COP26, investire e avviare processi virtuosi che vedano la bioeconomia come elemento di centralità è diventato una priorità.
In questo contesto – prosegue Summa – la Basilicata può contare su spiccati punti di forza per il lancio di una iniziativa nel settore della chimica verde in Val Basento: la presenza di alcune imprese già fortemente orientate alla chimica verde; la disponibilità di importanti competenze e abilità nel settore dell’ingegneria, la presenza di un sistema produttivo agricolo relativamente dinamico e ben strutturato, la disponibilità di terreni coltivabili, la bassa densità demografica, il potenziale produttivo rappresentato dalle biomasse forestali e boschive, la presenza di centri di ricerca pubblici (Cnr, Enea, Cra) e regionali (Metapontum Agrobios), dell’Università, fortemente concentrati sulle biotecnologie verdi e sulle tecnologie agroindustriali.
A questo dobbiamo aggiungere la grande opportunità di poter mettere a sistema e a reddito il lavoro dei forestali che nelle loro attività di manutenzione dei territori possono recuperare le biomasse per alimentare le bioraffinerie conseguendo così un triplice obiettivo: contribuire alla difesa idrogeologica del territorio, portare a reddito ed autofinanziamento il proprio lavoro, attivare la filiera corta per il recepimento della materia prima per la produzione, per esempio, di biocarburanti di seconda generazione da biomasse residuali e per la produzione di specialità chimiche da impiegare nei settori della cosmetica, farmaceutica, additivi alimentari.
Un progetto di sviluppo industriale della chimica verde – conclude Summa – su cui indirizzare la ricerca industriale e il trasferimento tecnologico, con la nascita e lo sviluppo di nuove realtà imprenditoriali ad elevato contenuto tecnologico, puntando su formazione specifica e Its, con la realizzazione, in prospettiva, di un vero e proprio Polo industriale della chimica verde della Basilicata”.