Giovedì 4 novembre 2021 – Nei laboratori di analisi privati accreditati il blocco dell’accesso alle prestazioni è imminente.
A lanciare l’allarme è l’Anisap Basilicata, in una nota a firma del presidente regionale Roberto Cicchetti. Le conseguenze specie in questa fase di maggiore attenzione per la prevenzione dalla diffusione della pandemia si scaricheranno direttamente sui cittadini oltre a mettere a rischio numerosi posti di lavoro.
Il comparto dei laboratori – sottolinea Cicchetti – da gennaio 2021, sistematicamente perde il 37% del valore economico delle prestazioni a causa di una inspiegabile riduzione tariffaria, rispetto al tariffario regionale precedentemente in vigore, approvata con Legge Regionale del 22 dicembre 2020, tramite un articolo abrogativo.
Questo provvedimento si è concretizzato, tenendo all’oscuro le associazioni di categoria, senza il minimo confronto ed ha impattato, in questi mesi, pesantemente su 18 strutture, mettendo a rischio circa 200 operatori sanitari assunti a tempo indeterminato (nel 2020 in aumento a causa della pandemia).
Diciotto strutture dislocate su tutto il territorio regionale, comprese zone montane, che operano quotidianamente per dare risposte diagnostiche concrete a tutti quei medici che svolgono attività presso strutture poliambulatoriali, al servizio di diagnosi e di cura di patologie croniche di decine di migliaia di cittadini, soprattutto in epoca pandemica.
Alla riduzione tariffaria si aggiunga il dato che il comparto ha una proiezione di sforamento del budget di branca di circa il 20%, che, a conti fatti, non troverà piena copertura finanziaria dalla neo-approvata DGR sulle risorse aggiuntive del 2021. Pertanto una doppia penalizzazione, a carico del comparto laboratori di analisi, che non ha precedenti. Inspiegabile e irrazionale, se si considera che, sulle prestazioni di laboratorio si basano il 70% delle decisioni cliniche.
La vicenda Polimedica – continua il presidente Anisap – ha destato l’interesse della politica tanto da richiedere e scomodare l’intervento del Presidente Bardi, in persona.
Benissimo, il Presidente, con un atto lodevole, ha voluto stare dalla parte di chi lamenta legittimamente di trovarsi in una situazione di seria difficoltà, tanto da rischiare, addirittura, la chiusura, in conseguenza del fatto che si sono instaurati ritardati pagamenti e non ci sono sufficienti risorse per ristorare le prestazioni eseguite in regime extra-budget.
E, si legge ancora sui media, per salvare posti di lavoro e non rischiare di interrompere un servizio ambulatoriale fondamentale a favore dei cittadini, da parte della struttura sanitaria, in sostituzione delle Strutture Pubbliche.
All’azione tempestiva del Presidente segue, prontamente una DGR, che risolve (a detta di chi l’ha prodotta) le problematiche dell’intero settore, cioè, in sintesi, risolve il problema delle prestazioni extra-budget che le strutture sanitarie accreditate di tutte le branche stanno già erogando ed erogheranno, con senso di responsabilità, fino a fine anno 2021.
In realtà è da verificare, con i numeri alla mano, se effettivamente i problemi di budget sono risolti.
Noi abbiamo qualche dubbio che le risorse a disposizione siano sufficienti, ma, in ogni caso, bene! Un passo ulteriore è stato fatto, se ne apprezza quantomeno lo sforzo ancorché, secondo noi, non esaustivo.
Dalle proiezioni 2021, ormai definitive, mancherebbero circa 3 milioni di euro, a meno che non si imponga, alle strutture specialistiche ambulatoriali private accreditate, un blocco della erogazione di prestazioni verso il cittadino.
Da questa vicenda – continua Cicchetti – emerge chiaramente una distonia procedurale. Da un lato, dietro la spinta mediatica ad arte e molto ben costruita durante l’ultima tornata elettorale, si adotta una modalità pragmatica di affrontare le problematiche, che parte dalla specifica criticità (vicenda Polimedica) per relazionarla all’intero settore della specialistica ambulatoriale, impegnandosi nel trovare una pronta soluzione alle legittime recriminazioni della struttura sanitaria; dall’altro, alle recriminazioni allarmanti di una intera branca della specialistica ambulatoriale (i laboratori di analisi), avanzate all’indomani di un provvedimento assolutamente penalizzante (oltre ogni accettabile limite), si risponde con indolenza amministrativa, al limite della non curanza.
Alla pronta ed illuminata azione amministrativa posta in essere sul caso Polimedica – conclude Cicchetti – si contrappone la indolente volontà di trovare una adeguata e pronta soluzione, non solo per restituire la dignità imprenditoriale e professionale ad un comparto sanitario fondamentale, ma, soprattutto, per preservare l’esigenza di prossimità di cura verso il cittadino.
Sì, perché, in questi mesi passati, la componente politica (assessore) e la componente tecnica (direzione generale), in un contesto di dialogo e confronto con la nostra associazione, dopo aver ammesso di non conoscere la ratio di tale provvedimento (misteri della politica!), hanno dato rassicurazioni sul ripristino del Tariffario Regionale, ma ad oggi, dopo 10 mesi, nulla di fatto.
I laboratori hanno continuato a lavorare, in silenzio e con alto senso di responsabilità, con un tariffario nazionale oramai decaduto e considerato universalmente inappropriato sia per le strutture di laboratorio (maggiormente) che per le altre branche della specialistica ambulatoriale.
A quanto pare, è mancata la “spinta politica”, generata da una esigenza elettorale. Probabilmente se ne comprende la reale gravità di un provvedimento e dei suoi effetti penalizzanti solo se, questi, sono strumentali al perseguimento di un interesse politico.