Giovedì 9 settembre 2021 – L’inizio di questo nuovo anno scolastico porta con sé molte riflessioni sul ruolo centrale che la scuola rappresenta nella vita di bambini e ragazzi. Basterebbe ascoltare la loro voce, le aspettative e le preoccupazioni per costruirla a loro “misura”.
Lo afferma l’avv. Cristiana Coviello, componente dell’Osservatorio Nazionale Infanzia ed Adolescenza, che in questa nota fa riferimento all’indagine che l’organismo ha condotto per elaborare il quinto Piano Infanzia, ascoltando la voce di adolescenti di età tra i 12 e i 17 anni, rispetto alla conoscenza dei loro diritti, ai contenuti del nuovo Piano e – data la contingenza emergenziale COVID-19 – all’impatto della pandemia sulla loro vita.
E sono proprio i ragazzi – afferma Coviello – a confermare che la scuola, rappresentata come luogo centrale di apprendimento, dovrebbe essere per loro anche luogo di benessere e chiedono che di questo gli adulti siano consapevoli, fornendo alla scuola strumenti in grado di offrire risposte adeguate, anche alla necessità di prevenire la violenza di genere, il bullismo, le discriminazioni ed educare alla sessualità e alla parità di genere.
Anche il nuovo Piano Nazionale della Prevenzione 2020/25, affida al setting “scuola” un ruolo fondamentale, tanto da prevedere un programma predefinito, vincolante e uguale per tutte le regioni, dedicato alle “Scuole che promuovono salute”, per strutturare tra “scuola” e “salute” un percorso congiunto e continuativo che includa formalmente la promozione della salute, il benessere, la cultura della sicurezza e della legalità all’interno del sistema educativo di istruzione e formazione.
E, se è vero – prosegue Coviello – che è dai bambini e dai ragazzi che bisogna ripartire, dobbiamo tutti impegnarci affinché la scuola sia valorizzata, dotata di personale e strumenti adeguati e formati alle nuove esigenze fin dalla prima infanzia.
Una scuola che valorizzi le capacità ma non lasci indietro gli ultimi, che sia accogliente, capace di intercettare ambizioni ma anche difficoltà e paure.
Una scuola che non si limiti ad “insegnare” ma che sia capace di formare. Una scuola in grado di eliminare ogni differenza sociale e territoriale.
Buon anno scolastico, quindi, a tutte le bambine e i bambini, ragazze e ragazzi, ai genitori, ai dirigenti e docenti.
Con l’augurio che insieme, attraverso la scuola, – conclude Coviello – si possa partecipare alla costruzione di una società migliore e più giusta.