Venerdì 3 settembre 2021 – Nella serata di ieri 1° settembre 2021, la Polizia Penitenziaria di Melfi, durante una operazione di servizio, ha rinvenuto un apparecchio telefonico (micro cellulare) all’interno di una camera di pernottamento, in uso ad un detenuto di origini siciliane appartenente al circuito Alta Sicurezza.
L’apparecchio telefonico, abilmente occultato tra gli indumenti del detenuto e pronto all’uso, è stato immediatamente sottoposto a sequestro e messo a disposizione della competente Autorità Giudiziaria.
La notizia è data dal Segretario regionale del Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria) Basilicata, Saverio Brienza.
Soltanto una recente norma – precisa in una nota Brienza – considera reato possedere un telefonino all’interno del carcere da parte di un detenuto, o chi cerca di introdurlo dall’esterno, mentre in passato tale comportamento era considerato soltanto un illecito disciplinare.
L’inasprimento della pena – si precisa – è dato proprio dal crescente flusso di telefoni rinvenuti negli ultimi anni all’interno degli Istituti penitenziari.
Finalmente – afferma Brienza – viene punito sia chi, dall’esterno, cerca di introdurre un telefono in carcere sia il detenuto che lo detiene e diventa un vero e proprio reato previsto dal nuovo articolo 391-ter del codice penale.
Negli ultimi anni, denncia Brienza, come l’esponenziale rischio del fenomeno è dato anche dai detenuti del carcere di Melfi con continue intemperanze, anche gravi, rispetto al passato.
Proprio per tali ragioni il S.A.P.Pe., attraverso tutte le articolazioni sindacali della Basilicata chiede alle Direzioni degli Istituti penitenziari del territorio e al Provveditore Regionale della Puglia e Basilicata, di implementare la strumentazione di controllo per evitare l’introduzione illegale sia dei telefonini che delle sostanze stupefacenti.
Non bisogna “mai allentare le maglie della sicurezza” dice il Sappe., poiché riteniamo che la maggior parte dei detenuti che delinquono durante la vita libera, tendono facilmente a delinquere anche all’interno del Carcere.
A tal proposito è fondamentale l’impegno dell’Amministrazione fornire alla Polizia Penitenziaria ogni utile strumento tecnologico per contrastare tali fenomeni, ma anche quello di fornire agli Istituti organici adeguati, al momento sempre più carenti.
Saverio Brienza, concludendo, esprime vivo apprezzamento per l’operazione svolta e del risultato raggiunto da parte della Polizia Penitenziaria di Melfi, sempre altamente competente nel mantenimento dell’Ordine e della Sicurezza dell’Istituto.
Il Segretario Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, Donato Capece, esprime apprezzamento per la professionalità dimostrata dai poliziotti penitenziari del carcere di Melfi che hanno portato al rinvenimento di un telefono cellulare in possesso di un detenuto.
Capece afferma: “Il Sappe esprime il proprio compiacimento per la brillante azione della Polizia Penitenziaria di Melfi che ancora una volta dimostra di essere garante della legalità all’interno dell’Istituto di pena lucano, nonostante le precarie e critiche condizioni operative, prima tra tutte la carenza, ormai non più sostenibile, dell’organico del Reparto della Polizia Penitenziaria, nei diversi ruoli”.
Per il Sappe, “servono deterrenti efficaci per stroncare il traffico illecito e inibire l’uso di telefoni cellulari in carcere. La schermatura di tutte le Sezioni detentive e di tutte le altre aree che in un carcere vedono la presenza di detenuti è imprescindibile, come anche potenziare gli organici della Polizia Penitenziaria”.