Martedì 13 luglio 2021 – Unanime il cordoglio per la morte di Peppino Montanaro, figura storica a Potenza di militante comunista.
Lo ricordano Pietro Simonetti e Giovanni Petruzzi, presidente dell’Associazione culturale “L’Alternativa”.
Pietro Simonetti
“E’morto Peppino Montanaro un compagno che ha rappresentato un esempio di militanza e di umanita’ prima nel Psiup, poi nel Pci e nella Sinistra lucana .
E’scomparso a 94 dopo tante lotte e battaglie sociali e politiche unitarie per il lavoro, la democrazia, la pace.
Ha iniziato da giovane, dopo gli impegni lavorativi al Convitto Nazionale, a distribuire l’Unita’ la domenica.
Un giornale che ha scandito la sua vita:soffri moltissimo quando fu chiuso.
Seguiva l’invito di Enrico Berliguer:non solo casa per casa con l’Unita’ ma anche per il tesseramento ed il sostegno a compagni in difficolta’ con la sua tipica attenzione.
E’stato per tanto tempo un protagonista della mitica sezione del Pci di Verderuolo intitolata a Giuseppe di Vittorio.
Sempre presente e informato, unitario ma inflessibile nel seguire la linea del partito e partecipe delle lotte sindacali:l’Unita e il volantino nelle case e nei luoghi di lavoro specialmente nei momenti piu’difficile.
La sinistra perde una grande persona che non ha mai avuto purtroppo una carica elettiva istituzionale ma che ha rappresentato per giovani, donne e uomini un punto di riferimento essenziale.
Negli ultimi anni ci incontravamo nel crocevia Piazza Prefettura/scale mobili. Aveva sostituito l’Unita’ con il Manifesto. Mi chiedeva come andava con i migranti e la lotta al caporalato, era molto curioso, commentava, spronava a continuare per assicurare a tutti i diritti civili e del lavoro.
E’arrivata la giornata del dolore per la moltitudine che lo apprezzava e lo stimava. Come scrisse Majakovskji”bisogna afferrare il futuro, lottare, battersi compagni”.
Credo che ci ha lasciato questo messaggio per ricostruire un movimento progressista all’altezza dei tempi che viviamo e della centralita’del lavoro e della democrazia”.
Giovanni Petruzzi
“Apprendo con tristezza e dolore della scomparsa del compagno PEPPINO MONTANARO, un’autentica gloriosa bandiera della sinistra potentina, da sempre appassionatamente in campo per difendere i diritti dei lavoratori e delle classi meno abbienti e per affermare gli ideali di giustizia, uguaglianza e solidarietà.”
Lo ricordo quale instancabile animatore della sezione PCI, poi DS, intitolata a Giuseppe Di Vittorio al rione Verderuolo di Potenza, che trasformò in un luogo d’aggregazione e socializzazione per l’intero quartiere.
Lo ricordo, sempre, quotidianamente, con l’Unità in tasca, sino a quando il giornale del Partito è uscito in edicola ed, impeccabilmente con la cravatta, partecipare e prendere la parola alle riunioni di Partito, quello con la P maiuscola rappresentato dal PCI e quelli, con la p sempre più minuscola ed amorfa chiamati PDS/DS/PD.
Lo ricordo quando, col suo grembiule da bidello, affiggeva, con passione e fiero spirito d’appartenenza, i manifesti in tutte le campagne elettorali e, poi, con volantini e fac simili sotto il braccio, effettuare il caseggiato per cercare di convincere i cittadini a votare a sinistra.
Come la maggior parte delle persone della sua generazione (ha spirato il mortal sospiro a 94 anni), si è formato ed è cresciuto col mito dell’unità del partito e della fedeltà alla linea del segretario nazionale del partito.
In tale ottica ha vissuto con sofferenza la lacerazione delle varie scissioni, che hanno costellato la vita della sinistra, a partire da quella del 1991 che sancì lo scioglimento del PCI.
Peppino, pur avendo sostenuto- insieme ai vari Bonito Oliva, Simonetti, Micele- la linea del NO alla svolta di Occhetto, non seguì coloro che originarono la scissione di Rifondazione Comunista ed aderì al Pds.
Montanaro era un convinto sostenitore della funzione pedagogica del partito di massa e della sua insostituibile funzione quale massima espressione dell’intelligenza collettiva, con la presenza dei territori, il ruolo di iscritti, militanti, amministratori comunali ed esponenti impegnati nelle istituzioni, i quali dovrebbero rappresentare un unico corpo organizzato in grado di fornire risposte concrete alle esigenze ed alle aspettative delle persone di vivere in maniera più dignitosa.
Con Peppino Montanaro, scompare un virtuoso esempio di militanza e di disinteressata passione politica”.