Lunedì 5 luglio 2021 – “Strumentalizzare, come fa il consigliere Roberto Cifarelli (VEDI), un sondaggio di opinioni come quello pubblicato oggi dal Sole 24 Ore sul gradimento dei Governatori delle Regioni, manifesta irresponsabilità istituzionale e l’assenza di argomentazioni ( a parte quelle prevenute e pretestuose)”.
Lo dichiarano in una nota i consiglieri regionali di Forza Italia Vincenzo Mario Acito e Gerardo Bellettieri (nella foto di copertina).
“Piuttosto prendiamo atto del risultato del sondaggio anche per trarne valutazioni che ci possano servire a rilanciare l’azione di governo territoriale, ma siamo convinti che la vera classifica di gradimento la fanno gli elettori a fine mandato.
Tra l’altro – proseguono Acito e Bellettieri – sono proprio sondaggisti e commentatori politici a mettere in guardia i facili interpreti che non è un giochino su chi vince e chi perde, perché l’indagine va calata nella situazione di emergenza pandemica da cui uscire il più rapidamente possibile con il contributo di tutti e non certo tirandosi fuori. Proprio nella gestione dell’emergenza noi riteniamo che il Governatore Bardi non sia indietro a nessuno dei suoi colleghi avendo dimostrato capacità, mettendoci la faccia, di affrontare una situazione straordinaria non ancora conclusa.
Senza dimenticare il metodo militare con cui il centrosinistra ha governato e raccolto i consensi negli ultimi 20 anni in regione, pensiamo – affermano Acito e Bellettieri – che il vero sforzo oggi è quello di agire ed amministrare una regione dove il sistema costruito dal csx ha creato la rete di amministratori e burocrazia plasmata con le regole imposte in 20 anni di costruzione del consenso, questo sì costruito senza alcun bisogno di sondaggi. E’ evidente che Cifarelli e chi è uscito sconfitto dalle elezioni ultime regionali non riesca ancora a farsene una ragione e chiama in causa tutti i beneficiari di favori e di attenzioni costruite con un sistema di consenso militare che espelleva chi con condivideva le regole fissate, spesso poco democratiche.
Lo sforzo di cambiare le regole consolidate avendo intorno un sistema allineato e coperto da 20 anni di regole militarizzate è di per sé gigantesco; se a questo sforzo si aggiunge che è mancata la serenità di poter operare con la spada di Damocle della pandemia allora lo sforzo necessario profuso è sicuramente superiore a quello che hanno dovuto sopportare i presidenti delle altre regioni.
Questo il sondaggio non lo evidenzia, perché il sondaggio – sostengono Acito e Bellettieri – raccoglie umori che condensa in numeri e non alle cause, al contesto in cui ci si muove, e non tiene conto delle trappole che quelli connessi al regime militare adottato e consolidato nei 20 anni di csx oggi mettono in campo.
Se si esce dalla ipocrisia e ci si chiede, senza falsi moralismi, come si vincevano i concorsi durante il regime del csx, come si assegnavano le risorse discrezionalmente ai Comuni amici e si mortificavano i Comuni di colore politico diverso, se si ha il coraggio di rompere gli schemi delle corsie preferenziali nella gestione degli aiuti alle imprese, se si ha questo coraggio di parlare il linguaggio della verità e non solo quello della ipocrita contestazione perché il nuovo governo regionale ha cambiato il metodo privilegiato verso alcuni con il metodo che tutti hanno gli stessi diritti, si può vedere -ribadiscono Acito e Bellettieri – la situazione con gli occhi della verità: una regione che senza Stellantis e Petrolio avrebbe il PIL più basso d’Italia, che ha la più alta emigrazione intellettuale d’Italia, che ha la curva di decrescita demografica più preoccupante d’Italia e tra le peggiori in Europa. Tutto questo ha solo un responsabile: con i governi di csx che si sono succeduti in questi ultimi 20 anni, il sistema militare di controllo del consenso, adottato da tutti i governi regionali di csx, che ha portato la Basilicata al livello di un medioevo in termini di democrazia e crescita.
Ancora più strumentale è il tentativo di Cifarelli di mischiare sondaggio e Acquedotto Lucano imputando al Presidente Bardi di chiamare i sindaci per un confronto sul tema della governance delle nostre risorse idriche. Comprendiamo che questo comportamento non è nel sistema militarizzato del csx come non lo sono il confronto e la concertazione con gli attori territoriali. Ma addirittura parlare di “scorrettezza” e tirare in ballo valori etici ci sembra – concludono – proprio troppo per il pulpito da cui arrivano queste parole”.