Giovedì 17 giugno 2021 – Avrei voluto continuare ad affiancare allo sciopero della fame (dalle ore 23.59 del 6 giugno – n.d.r.) lo sciopero della parola, ma, ahimè, questo non è un paese in cui il silenzio parla. E allora ci provo di nuovo. Provo a commentare un paio di documenti di associazioni che rappresentano i ginecologi italiani ed europei. Lo faccio sapendo che non tutti i nostri medici si sentono rappresentati da posizioni che, mi si passi il termine, ritengo scellerate. Lo faccio sapendo che con ogni probabilità emetterò silenzio.
Fino a quando continuerete a giocare con la vita delle persone e finanche con la vita delle donne in gravidanza?
C’è da restare letteralmente attoniti di fronte a quanto scrivono, il 5 maggio 2021, le associazioni che rappresentano i ginecologi italiani: “La vaccinazione è uno strumento centrale per proteggere le donne e di conseguenza i neonati”. Attoniti di fronte a quel “chiede che”: “Il vaccino debba essere offerto a tutte le donne durante la gravidanza. Le donne in gravidanza siano considerate popolazione fragile alle quali va fatta offerta attiva di vaccinazione, a prescindere dall’età e dalla condizione lavorativa. Ogni donna in gravidanza deve poter avere la possibilità di vaccinarsi”.
Eppure, nelle autorizzazioni concesse dall’Ema ai vaccini anti-Sarscov2, gioverà ricordarlo, l’Agenzia scrive chiaramente che saranno gli studi clinici aggiuntivi a fornire informazioni “sulla durata della protezione, sulla capacità del vaccino di prevenire la forma grave di COVID-19, sulla misura in cui il vaccino protegge le persone immunocompromesse, i bambini e le donne in gravidanza, e sulla capacità di prevenire i casi asintomatici”.
C’è davvero qualcosa che probabilmente mi sfugge e non mi fa comprendere – prosegue Bolognetti – da dove nasca la certezza che i benefici presunti superino i rischi anche per ciò che concerne le vaccinazioni anti-Covid-19 offerte alle donne in gravidanza.
Peggio mi sento se leggo un recente documento dell’European Journal of Obstretics & Gynecology and Reproductive Biology pubblicato l’11 maggio 2021, nel quale si afferma: “EBCOG riconosce che esistono prove limitate sulla sicurezza a lungo termine della vaccinazione Covid-19 durante la gravidanza e che sono necessari dati più solidi prima che possa essere raccomandata a tutte le donne in gravidanza.
Tuttavia, la possibilità di vaccinazione dovrebbe essere offerta a tutte le donne in gravidanza, dopo essere state adeguatamente informate dei benefici e dei rischi”.
Nel tralasciare l’evidente comportamento pilatesco di EBCOG, che da un lato afferma che ci sono “prove limitate sulla sicurezza” e dall’altro lascia alle donne la decisione ultima, affermo che le nostre associazioni di ginecologi sono riuscite nella non facile impresa di fare anche peggio, trasformando i dubbi in granitiche certezze.
Le stesse certezze che hanno accompagnato la vicenda Astrazeneca e che ci hanno fatto avviare una campagna di vaccinazione di massa attraverso l’utilizzo di vaccini che hanno ricevuto un’autorizzazione condizionata. Non posso fare a meno, in queste ore, di ripensare a quel che leggo su un interessante libro intitolato “Conflitti d’interesse e salute: “Gli autori ( Mitzes et al. 2018 ) hanno rilevato un elevato numero di eventi formativi sponsorizzati da parte di industrie che commercializzano medicinali con problemi di efficacia e sicurezza…non è solo la scelta di cosa studiare a essere condizionata: anche il come studiare è orientato da interessi che non coincidono con quelli dei cittadini”.
Chissà perché nelle locandine di numerosi congressi medici troviamo la pleonastica e ridicola scritta “con la sponsorizzazione non condizionante”. Seguono di solito sponsor quali Pfizer, Astrazenca, Glaxo, Sanofi, johnson & johnson e chi più ne ha più ne metta.
Avrei voglia – conclude Bolognetti – di rivolgermi a tutti coloro che hanno trasformato e stanno trasformando la tutela della salute pubblica in mero mercimonio per dirgli: state attenti! State attenti a non vendere l’anima e Ippocrate al “Diavolo”. Agli amici che mi hanno chiesto di seguire i suggerimenti del mio medico, posso solo rispondere che ho un altro medico che mi consiglia: la mia coscienza e quel che ritengo giusto, necessario e urgente”.