Martedì 15 giugno 2021 – Il 7 giugno il tribunale di Matera ha emesso sentenza a favore della FILT CGIL Matera e dei lavoratori da essa rappresentati condannando Ferrovie Appulo Lucane per condotta antisindacale, obbligando l’azienda a riprendere la regolare attività di confronto con la FILT CGIL Matera, secondo quanto previsto dallo statuto dei lavoratori e dal CCNL.
Ne danno notizia in una nota congiunta Mario Clemente (FILT CGIL MATERA), Eustachio Nicoletti (CGIL MATERA) e Maurizio Girasole (Ufficio Vertenze e Legali CGIL MATERA).
“Un giorno importante per la Filt CGIL Matera dal punto di vista della legalità e della difesa dei diritti dei lavoratori. Si chiude infatti – sostengono i responsabili sindacali – una pagina spiacevole scritta dalle Ferrovie Appulo Lucane, che ricordiamo essere una delle aziende strategiche per il rilancio del nostro territorio per quanto concerne i collegamenti e la mobilità.
FAL, infatti, oltre a disattendere tante delle promesse oggetto della campagna mediatica dell’era Colamussi, si è distinta nell’ultimo decennio per una politica austera nei confronti del personale.
In particolar modo, – precisano Clemente, Nicoletti e Girasole – a caratterizzare il modus operandi di questa amministrazione è proprio la mancanza di relazioni industriali, con la sola comunicazione a mezzo “informative” e decisioni unilaterali salvo qualche gentile concessione in favore di qualche sigla sindacale. Tale condotta ci vedeva costretti, un paio di mesi or sono, a denunciare l’azienda FAL per condotta antisindacale.
Ovviamente un’organizzazione libera e presente sul territorio come la FILT CGIL non ha mai fatto mancare il proprio impegno nel cercare di indurre FAL a intraprendere un percorso di trasparenza, collaborazione e imparzialità, ma a nulla è servito fino al punto di doversi rivolgere alla giustizia.
Attendiamo vigili e impazienti – concludono Clemente, Nicoletti e Girasole – che quest’inversione di marcia da parte di FAL avvenga e che nei prossimi giorni si riprendano le attività di confronto, che normalmente esistono in un paese civile e democratico, tra datore di lavoro e sindacati”.