Sabato 12 giugno 2021 – L’ADOC di BASILICATA e le Associazioni dei consumatori avevano convenuto a luglio 2019, con Egrib, la necessità di essere convocate prima dell’adozione di un qualsiasi provvedimento che mettesse le mani nelle tasche dei cittadini.
“L’Egrib – denuncia in una nota Canio D’Andrea, Presidente di Adoc Basilicata – ha certamente la memoria corta se lo scorso 3 giugno con Decreto dell’Amministratore unico n. 10 ha approvato i coefficienti moltiplicatori per l’aumento delle tariffe dell’acqua.
Gli aumenti previsti fanno lievitare le bollette del 16%.
Nei giorni scorsi, alla richiesta di ADOC BASILICATA e delle Associazione dei consumatori, non sono stati forniti i dati necessari a capire il perché di questi aumenti stante l’inflazione negativa, i costi dell’energia praticamente fermi e tutte le conseguenze della pandemia.
Non vi è traccia dei documenti giustificativi nemmeno nei siti istituzionali, dove pure dovevano essere pubblicati.
Ciò che più fa indignare – sostiene D’Andrea – è la maggiorazione delle bollette. Se si confronta la spesa per l’acqua del 2015 si scopre che l’aumento previsto è del 45%. Infatti, nel 2015 un utente pagava circa € 137,02 mentre la spesa prevista con questi aumenti è di € 198,62, naturalmente per un consumo a tariffa agevolata.
E al danno la beffa, la Basilicata è ricchissima di acqua e, giustamente, la esporta alla vicina Puglia.
L’ADOC di BASILICATA e le Associazioni dei consumatori chiedono di conoscere qual è il costo a metro cubo dell’acqua in Basilicata, cioè quanto si spende per far arrivare nelle nostre case un metro cubo di acqua sapendo che a noi costa, oggi, € 1,88/mc (senza gli aumenti previsti).
Alla Regione Basilicata chiediamo di conoscere quali sono gli incassi derivanti dalla gestione dell’acqua.
E all’Egrib chiediamo di conoscere i criteri che hanno determinato questa ulteriore stangata per i cittadini”.