Domenica 16 maggio 2021 – “La responsabilità di governo impone scelte cui noi non sfuggiamo. Sulla trattativa con Eni abbiamo fatto quelle giuste.
Su questioni fondamentali per la Basilicata, come la gestione delle risorse derivanti dalle estrazioni petrolifere e sulle scelte relative ad uno sviluppo sostenibile del territorio, è giusto che tutti i lucani abbiano contezza dei passi fatti affinché si produca una dialettica propositiva.
Tutt’altra cosa sono le polemiche inzuppate di parole ad effetto, come “accordicchi” o “fatti fottere”, che evidentemente mettono a nudo ancora la profonda incredulità di chi non si è rassegnato ad essere stato messo da parte dalla voglia di cambiamento dei lucani”.
Lo affermano in una nota congiunta gli assessori regionali Giani Rosa (Ambiente ed Energia) e Franco Cupparo (Politiche di Sviluppo).
Come, allo stesso tempo, è, più che sterile, surreale la polemica sulla mancata condivisione con i territori: basta, ad esempio, ricordare la riunione propedeutica fatta con i sindaci della concessione Eni prima ancora dell’apertura del tavolo di trattativa con la compagnia. Era il 3 dicembre del 2019 quando abbiamo ascoltato i primi cittadini e le loro istanze, condivisibili o meno che fossero.
Ovviamente tutto è legittimo, si può essere d’accordo o meno ma certo non si può pensare di sostituirsi alle prerogative del legittimo governo regionale che deve fare gli interessi di tutta la Regione.
Eppure, in questi anni,- proseguono Rosa e Cupparo – i denari sono stati spesi e non ci pare che si siano visti grandiosi risultati né per i territori che direttamente sono coinvolti nella concessione Eno né per la regione tutta. Sulle royalty incassate da Regione e Comuni negli anni, ancora oggi, chi li ha gestiti deve rendere conto di come li ha spesi e quali risultati ha ottenuto. Un’impresa impossibile perché quando ci siamo insediati neanche gli Uffici, che pure quei soldi li hanno spesi su disposizione dei vecchi governanti, sapevano con precisione quanti fossero e come fossero stati spesi. Vogliamo ricordare che la Corte dei Conti, tra le tante cose che non andavano, segnalò il mancato accantonamento dei fondi per il PO Val d’Agri, costituito per legge regionale? Ricordiamolo. Vogliamo ricordare le oltre 300 delibere, queste sì fatte in totale solitudine essendo atti di Giunta, con le quali sono stati spesi i soldi del petrolio da chi ci ha governato per vent’anni? Facciamolo pure ma i signori che oggi parlano non ne escono bene.
Ma andiamo nel merito, non per superare le critiche di chi oggi parla ma dimostra di aver capito ben poco (se strumentalmente o meno, resta da vedere) ma per chiarire quanto fatto ai lucani.
Che in termini economici, l’Accordo con Eni vale sei/sette volte quello del centro sinistra è matematica. Affermare che non si sia pensato alla decarbonizzazione o non si sia pensato al post oil o ad impegnare le compagnie petrolifere in un’economia green non è errore da ‘matita blu’ è più un ‘si applicano ma non capiscono’, tanto per parafrasare una sempre verde ‘nota scolastica’.
Ma a cosa pensano che serva il tavolo della sostenibilità aperto con le compagnie della concessione Gorgoglione e che verrà aperto anche con quelle della Val d’Agri? A pettinare le bambole? Tavolo che è bene sottolineare porterà alla Regione risorse aggiuntive rispetto a quelle che erano previste nei vecchi accordi. A cosa pensano che serva la convocazione della Plenaria per condividere il progetto del Centro di Alta Specializzazione Ambiente ed Energia? A guardarci in faccia?
L’Accordo Eni decisamente un atto non lungo e che per questo sarebbe bene venisse letto nella sua interezza, cristallizza – ribadiscono Rosa e Cupparo – la nostra idea delle tre gambe su cui la Basilicata camminerà in futuro. Idea già concretizzata con Total: compensazioni per la tutela ambientale, risorse per lo sviluppo sostenibile, gas. Basta leggerlo, con un pizzico di attenzione, non è molto complesso. Nello stesso Accordo, forse quelle frasi sono sfuggite, è stato sancito che nelle prossime settimane andremo a definire anche gli ambiti di intervento specifico per tutti e tre gli indirizzi.
Quanto, poi, alla legge 40, è giunto il momento della politica di interrogarsi sulla sua revisione, non solo per ampliarla alla concessione Gorgoglione (Total), ma soprattutto per adeguarla alle esigenze del terzo millennio e a quella svolta sostenibile che ci chiedono, non solo l’Europa, ma manche i cittadini. In questo caso, si vedrà chi ha una visione di lungo termine e chi coltiverà solo il proprio orticello.
Una cosa certa è la nostra libertà, che ha fatto in modo di poter mettere in campo una trattativa senza condizionamenti, finalizzata solo a portare a casa risorse economiche certe ed importanti che ci consentano di realizzare la nostra visione di Basilicata. Se poi è questa che non piace, è altra storia che rientra nella differenza tra governo e opposizione. Lo sappiamo bene noi che abbiamo subito per vent’anni operazioni sconsiderate di cui ancora oggi subiamo le conseguenze. Allo stesso modo, senza condizionamenti, agiremo per le altre questioni aperte con l’Eni, ereditate dal passato e mai risolte.
Certo siamo consapevoli che per anni, dietro scelte discutibili, vi era un silenzio istituzionale che neanche in una dittatura si è mai visto. Siamo consapevoli che ci sarà sempre qualcuno che dirà di saper fare meglio ma questo non può dirlo chi poteva fare e non ha fatto nulla. Dov’era finito questo Superman in passato ci sfugge.
I tempi sono cambiati: non possiamo permetterci – concludono Rosa e Cupparo – di affidarci a ‘fantasiosi maneggiamenti’, come decretò la Corte dei Conti in passato, non possiamo crogiolarci nelle spese pazze per assecondare smanie di potere, non possiamo perdere tempo in proclami. Dobbiamo assicurare un futuro Alla Basilicata e lo stiamo facendo senza paura del confronto e assumendoci le nostre responsabilità come non si è mai fatto nel passato. Intelligenti pauca”.