É di pochi giorni fa la notizia di uno studio di fattibilità per la riconversione all’idrogeno delle Ferrovie Appulo Lucane, predisposto da tre professionisti (Alfredo Morfini, Giuseppe Lacicerchia e Vito Chico) con il supporto dell’ex Consigliere Regione Puglia Enzo Colonna (estensore e proponente della L.R. n. 34 del 2019 – unica legge in Italia in materia di idrogeno), al quale hanno aderito i Sindaci di alcuni Comuni lucani e pugliesi lambiti dalla rete FAL, il presidente della Provincia di Matera e il Presidente dell’ANCI Basilicata: un progetto di transizione ecologica che potrebbe beneficiare dei fondi del Recovery Fund.
Le nostre Organizzazioni Sindacali hanno sempre auspicato la riconversione energetica ad impatto zero anche nel settore del TPL; e le più recenti esperienze di Germania ed Austria nell’uso di mezzi ferroviari ad idrogeno stanno dando conferma della fattibilità di questo nuovo modello di mobilità sostenibile.
La criticità, infatti, non è nel progetto in sé, bensì nelle capacità di chi si ritroverà a gestire tali fondi e su come riuscirà prima a realizzare e poi a mantenere in vita questo nuovo sistema di mobilità.
E giusto per chiarezza, non crediamo che tutto questo possa trovare un reale compimento se affidato all’attuale classe dirigente delle Ferrovie Appulo Lucane.
Ci teniamo a precisare che le nostre considerazioni, per quanto severe e dirette possano sembrare, si basano sulle condizioni attuali delle infrastrutture e del servizio di Trasporto Pubblico offerto dalle FAL:
il treno di nuova generazione Stadler ST4 è fermo nell’officina di Bari Scalo in “manutenzione” da oltre un anno;
tre vagoni centrali dei treni Stadler fermi in deposito a Potenza da circa un anno;
aumento dei tempi di percorrenza nonostante le tante promesse del passato (Bari – Matera in circa 2 ore,
mentre Bari – Potenza in circa 4 ore e 30 minuti);
la linea ferroviaria San Nicola – Avigliano Scalo interrotta da circa 8 anni, la linea ferroviaria San Nicola – Genzano inaugurata in pompa magna che di fatto rimane una tratta isolata dalla restante rete ferroviaria;
la stazione di Matera Centrale senza personale FAL in front office e che allo stato attuale sembra l’ennesima cattedrale nel deserto;
la recente chiusura della biglietteria di Bari Policlinico;
Stazione di Avigliano Città declassata a fermata perché su una tratta priva di impianti ACEI;
la recente chiusura della tratta Gravina – Genzano per lavori di rinnovo al momento fermi;
lavoro infrastrutturali terminati ma ancor non in esercizio come il raddoppio selettivo sulla tratta Venusio – Matera oppure il terminal di Serra Rifusa.
Questi dati ci dimostrano quanto l’attuale classe dirigente si sia più concentrata sui bilanci e la “cura” dell’immagine mediatica, piuttosto che sulla vera mission di un’azienda di trasporto: creare un’offerta adeguata garantendo collegamenti e servizi sempre più efficienti.
Questi sono i risultati di oltre 10 anni dell’attuale gestione: per questo crediamo che sia ormai necessario un vero cambio di passo e che si proceda ad una rivalutazione e riforma degli attuali vertici aziendali, soprattutto nella visione di un futuro migliore.
USB-LP Puglia ORSA-Autoferro Puglia USB-LP Basilicata Faisa-CONFAIL Basilicata