Sabato 10 aprile 2021 – Gabriele Lopatriello e Federica Baffa, alunni della classe 4º dell’Istituto Tecnico Tecnologico “Giustino Fortunato” di Pisticci hanno inviato alla nostra redazione una lettera aperta indirizzata “a politici e adulti”, con la quale esprimono disagio e preoccupazione per come viene gestita l’emergenza Covid; lettera che pubblichiamo.
“Cari politici e cari adulti, tutti noi vorremmo tornare a scuola, ma la paura di contagiarci e contagiare i nostri cari frena gli entusiasmi.
Il nostro più grande desiderio è di tornare presto alla vita normale e riavere la scuola, quella vera; ci manca vedere i nostri compagni ogni giorno, i professori, le nostre chiacchierate. Volevamo chiedervi una cosa: vi ricordate com’era la vita prima di tutto questo?
Ricordate le mattine con la sveglia puntata alle 07:00, che magari non suona e tocca vestirsi più in fretta possibile?
Ricordate le voci in corridoio o l’ansia di chi ha una interrogazione?
Vi ricordate tutti i 4 presi, conditi da una risata con i nostri amici?
Voi ve le ricordate tutte queste cose?
Perché noi le ricordiamo benissimo, e credeteci, ci mancano moltissimo. Il pensiero che il virus ci abbia rubato un anno della nostra gioventù, dei nostri anni più belli, ci fa rabbrividire. Questi sono i pensieri degli alunni dell’Istituto Tecnico Tecnologico di Pisticci, a cui si aggiungono molti dubbi da parte delle nostre famiglie.
Dopo aver saputo della ripresa delle attività didattiche subito dopo Pasqua, l’unica domanda è stata: “perché il ritorno a scuola deve avvenire senza un’operazione di screening per gli studenti delle scuole superiori?”. Sappiamo benissimo che in questo caso i presidi e i sindaci hanno le mani legate, e sappiamo che sarebbero stati dalla nostra parte, però noi cosa dovremmo fare?
Abbiamo deciso di fare questo sciopero per avere delle risposte attinenti, ma sappiate che pensare alle nostre aule vuote ci fa male. Abbiamo letto alcuni commenti di persone che dicono: “in giro però si esce tranquillamente”. Vorremmo dire a queste persone che noi siamo stanchi di essere chiusi in casa da un anno, senza amici, senza scuola, senza sport e tutto ciò che porta alla crescita di noi ragazzi.
L’attenzione deve essere tanta sia in giro che a scuola, però cercate di non dare sempre la colpa a noi giovani che stiamo cercando di non farci ammazzare dalla depressione oltreché dal Covid!“