Mercoledì 7 aprile 2021 – Mella mattinata di ieri, martedì 6 aprile, dinanzi ai cancelli della Regione Basilicata si è tenuto un presidio organizzato da FIM FIOM e UILM, dai delegati dell’indotto Eni, unitamente agli otto lavoratori della Ram Meccanica, che da circa due anni vivono di incertezze, a seguito di un cambio appalto, dalla gestione misteriosa e poco limpida, che vede protagonista una ditta ligure: la Termomeccanica.
Un cambio di appalto che – sostengono in una nota i responsabili di Fim, Fiom Uilm – avrebbe dovuto concludersi in pochi incontri, se Eni, in corso d’opera, non avesse modificato l’aggiudicataria del cambio di appalto, dalla brindisina Revisud alla spezzina Termomeccanica; quest’ultima con l’avallo di Confindustria e di Eni, continua a voler imporre le sue regole, non solo contravvenendo al patto di sito, ma determinando, inoltre, un arretramento sociale, economico e normativo dei lavoratori coinvolti in questo cambio di appalto.
L’Assessore Cupparo ha ricevuto un folta delegazione di FIM FIOM e UILM e finalmente si è potuto “provare” o meglio attestare, documenti cartacei e buste paga dei lavoratori alla mano, la fondatezza delle nostre proteste e dunque del presidio stesso.
Nel lungo incontro si è discusso del suddetto cambio di appalto, del valore del patto di sito e anche delle assurde comunicazioni di alcune aziende contrattiste dell’indotto Eni che unilateralmente modificano l’orario di lavoro portandolo a 12 ore così motivato: “tale variazione di orario si rende necessaria nel rispetto della pianificazione e necessità indicate dal cliente al fine di ridurre nel minor tempo i fermi impianto per manutenzione”.
In tale comunicazione pervenutaci dalla Val D’agri Manutenzioni SCARL, si evince che, si precisa nella nota – per affrettare i tempi e dunque per far ripartire il Centro Oli dal punto di vista estrattivo, si aumentano le ore di lavoro, i ritmi di lavoro e ciò in barba ed a discapito della sicurezza dei lavoratori, delle norme e dei decreti vigenti.
Eppure siamo nel 2021, i contratti nazionali, a partire da quello metalmeccanico, sono esigibili, ma nonostante tutto il profitto deve prevalere su ogni cosa.
Per questo – si sostiene nella nota sindacale – rinnoviamo la necessità di incontrare Sua Eccellenza il Prefetto affinché si possano ripristinare le regole all’interno del Centro Oli e contemporaneamente chiediamo ancora una volta ispezioni da parte degli enti preposti, a partire dall’ispettorato nazionale del lavoro e dai servizi ispettivi INPS e INAIL.
Il patto di sito non si tocca perché esprime e garantisce la certezza -e ciò probabilmente da fastidio a qualcuno – del diritto al lavoro, del diritto al buon lavoro e non altro come ad esempio la mercificazione stessa del lavoro o peggio ancora delle raccomandazioni.
Venerdì mattina a partire dalle ore 11 si terrà l’incontro già convocato dall’Assessore Cupparo con tutti i protagonisti di questa brutta pagina dell’Indotto Eni e auspichiamo che – ribadiscono Fim, Fiom, Uilm – i documenti consegnati oggi in Regione servano a chiarire la situazione e soprattutto chiediamo ad Eni di rivedere la sua posizione, frutto probabilmente di cattive interpretazioni o interpretazioni guidate dai “soliti”, perché fare un passo indietro, nel rivedere la propria posizione non è segno di debolezza ma di assunzione di responsabilità, necessaria per la risoluzione di questa vertenza.
Se ciò non dovesse bastare a partire – conclude la nota – da lunedì si aprirà una nuova fase all’interno del Centro Oli di Viggiano con uno sciopero generale che vedrà protagonisti tutti i lavoratori che verranno mobilitati per il raggiungimento di un unico obiettivo: il valore del lavoro e il rispetto delle regole”.