Di Vincenzo Tortorelli, segretario regionale UIL
Domenica 7 febbraio 2021 – L’effetto pandemia si sta abbattendo con maggiore forza su giovani e donne, quelli su cui gravano maggiormente contratti instabili. L’Anpal riferisce, ad esempio, che a settembre 2020 (ultimi dati aggiornati) i contratti di lavoro in somministrazione in Basilicata sono stati 1.081, persino qualche centinaio in più di settembre 2019, ma contestualmente le cessazioni sono state 886, a conferma che si sta affermando un nuovo fenomeno di “precarietà nella precarietà”. E nei primi nove mesi 2020, in particolare, sono le attivazioni che hanno interessato le giovani donne con meno di 29 anni di età ad aver fatto segnare la contrazione maggiore in termini di attivazioni (-31,2%). Una flessione che rimane sostanzialmente invariata anche a ridosso delle aperture estive e per tutto il mese di luglio. È solo nel mese di agosto che, quando tornano a crescere le attivazioni per le donne under 29, si attenua la divaricazione con la componente maschile e la variazione negativa rispetto all’anno precedente. Al contrario, gli uomini di età compresa tra i 30 e i 39anni sono quelli che hanno subito meno la variazione negativa rispetto all’anno precedente e dunque sono coloro che hanno maggiormente tenuto nell’occupazione. Un discorso a parte meritano le donne over 50, che rispetto ai colleghi uomini hanno mostrato per tutto il periodo una tenuta maggiore e più stabile nell’occupazione in somministrazione, seppur con valori assoluti e percentuali complessivamente molto contenuti.
Ci chiediamo perché in ogni crisi che attraversa questo Paese, sono sempre questi due target di popolazione – giovani e donne – a subire i maggiori contraccolpi in termini occupazionali?
La risposta la sappiamo tutti e allora non c’è tempo da perdere, anzi occorre recuperare quello perso, affrontando il tema del lavoro a partire dalla “falla” prodotta dagli scarsi investimenti nel sistema delle politiche attive, dal recupero del gap occupazionale di genere che si realizza anche con investimenti in servizi materiali ed immateriali e, facendo tesoro dei momenti di crisi come questo, investendo in buona occupazione poiché è quella che, in ogni momento, può contare su sistemi di protezione sociale che contrastano gli effetti devastanti delle crisi.
Sure, Next Generation UE e risorse nazionali, sono un’enorme mole di risorse da non disperdere in mille rivoli, ma in chiari, lungimiranti, efficaci obiettivi mirati alla ripresa del Paese finalizzata, in primis, ad un’occupazione migliore.
Perchè la pandemia è una potente messa alla prova del nostro schema di sviluppo, delle nostre prospettive individuali e collettive, della stessa convivenza nelle relazioni interpersonali, una sfida per affrontare una volta per tutte, con forza, i nodi strutturali della società lucana e che abbiamo definito nel corso di questi mesi, insieme.
Sfide che sono ancora tutte da affrontare con immediatezza senza lentezze e ritardi, perché la pandemia è un moltiplicatore di disuguaglianze e dobbiamo correre insieme per non lasciare nessuno indietro.
Bisogna restituire un futuro alla nostra regione e al nostro Paese. A cominciare dal futuro di giovani e donne.