Lunedì 25 gennaio 2021 – In questo articolo che pubblichiamo, il collega Franco Cacciatore, prendendo spunto da un fatto di cronaca – una voragine apertasi nel centro storico di Melfi tra via Carmine e la rampa Mancini – ci propone uno spaccato dell’antica Melfi della quale è profondo conoscitore.
“La sorpresa della voragine apertasi a Melfi – scrive Cacciatore – è il venire alla luce le antiche mura normanno-sveve.
Le mura di Melfi hanno una particolare rilevanza monumentale tanto da essere ragguagliate a quelle di Spoleto, svolgendosi per oltre tre chilometri. Si conservano nella quasi loro interezza anche se non mancano manomissioni e abusi e ad oggi non è stato realizzata un’extramurale per loro visibilità.
Nel contempo – aggiunge Franco Cacciatore – non è mancato negli anni l’abbattimento di alcuni tratti, come appunto quello che correva lungo l’attuale Via Carmine, denominato “muro Rasciale”, soprannome del cittadino che aveva casa e giardino a ridosso delle mura.
Il rinvenimento è di particolare interesse, anche per avvenire mentre si celebra il millennio delle mura, pertanto è da prendere in considerazione l’attuazione di una copertura con lastre di vetro straficato e una confacente illuminazione da permettere la visione di questa parte della cinta venuta alla luce.
La mia intuizione sul rinvenimento del tratto di mura venuto alla luce all’aprirsi della voragine trova sempre più conferme, D’altronde avvalorata dalla documentazione prodotta, fra cui il particolare di una rarissima foto del 1908 che mette in luce il diverso livello delle mura in confronto all’attuale via Carmine. A questo si aggiunge – conclude Cacciatore – chiaramente la sopraelevazione della rampa Mancini. Un ulteriore scavo potrebbe venir fuori gran parte delle mura occultate. Di qui la successiva pavimentazione in lastre di vetro e illuminazione per permetterne la visione”.