Martedì 12 gennaio 2021 – Un programma di lavoro per l’anno appena iniziato, con riferimento alle principali tematiche da affrontare nel corso del 2021. Una sorta di agenda per ribadire posizioni e rivendicazioni da costruire, unitariamente con Cgil e Cisl, in vista di un dialogo costruttivo con tutte le parti sociali e le Istituzioni, per far ripartire il Paese. È questo il senso della piattaforma varata dalla Uil, un documento che rappresenta una traccia, un punto di riferimento per gli impegni dei prossimi mesi.
Il delicatissimo momento che stiamo vivendo, unitamente alla grande opportunità rappresentata dai fondi europei della Next Generation EU e dalle risorse per la coesione europee e nazionali 2021-2027 sottolinea la Uil – ci impongono di coordinare gli interventi in un sistema di complementarità per mettere in sicurezza la salute e la tenuta economica e sociale del Paese, ma anche di traguardare obiettivi proiettati ai prossimi anni segnando scelte strategiche e strutturali di ampio respiro.
Condividiamo pienamente l’analisi del Presidente della Repubblica, è il tempo dei “costruttori”. E su questo terreno la nostra parte l’abbiamo sempre fatta, con spirito collaborativo; è mancata, invece, la disponibilità della politica al confronto, requisito peraltro indicato esplicitamente dalle istituzioni europee nel solco del Dialogo Sociale.
Se nei mesi scorsi la politica ed il Governo ci avessero ascoltato si sarebbe già potuto avviare un efficace percorso di aggressione alle troppe e intollerabili disuguaglianze sociali che la pandemia ha accentuato. Non c’è più tempo da perdere. Le sfide sono tante e richiedono interventi solidi ed urgenti, nell’ambito di una visione sistemica e progettuale.
* Prima la vita. Crediamo che il 2021 debba connotarsi come l’anno della sicurezza sul lavoro. La UIL ha imperniato su questa grave piaga la campagna “Zero morti sul lavoro”.
* La garanzia del diritto alla salute, in questa fase di incertezze, è di assoluta priorità, in tutto il territorio nazionale. La Sanità deve essere una delle fondamenta nell’opera di ricostruzione economica e sociale del nostro Paese. È il momento di ricorrere a tutti gli strumenti per invertire la rotta, a cominciare dall’utilizzo delle risorse del MES.
* Ripartiamo dal lavoro. Poniamo le basi per creare nuova occupazione e di qualità per i tanti giovani e le tante donne che dobbiamo inserire nel mondo del lavoro assicurando la parità di genere nelle retribuzioni, per proteggere e gratificare chi un lavoro ce l’ha, ma è mortificato da condizioni inadeguate, per garantire la continuità reddituale a chi è espulso dal mercato del lavoro generando le premesse per un rapido reinserimento. Rivendichiamo investimenti per l’occupazione, il rinnovo di tutti i contratti ed una riforma degli ammortizzatori sociali imperniata sul principio solidaristico ed assicurativo, meno burocratizzata e lenta nel fornire prestazioni e, soprattutto, collegata alle politiche attive del lavoro. È necessario prorogare il blocco dei licenziamenti e la possibilità di utilizzo degli ammortizzatori Covid anche attraverso un nuovo programma SURE.
* Rafforziamo e rilanciamo le infrastrutture sociali ad iniziare dalla messa in sicurezza del patrimonio scolastico, sanitario e sociale. È necessario garantire un equo accesso a tutti i servizi primari: dall’inclusione sociale alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro, dall’assistenza alle pari opportunità con azioni per favorire la diffusione degli asili nido, del tempo pieno nelle scuole primarie e l’assistenza domiciliare integrata. In tal senso, è necessario sviluppare ed implementare in modo omogeneo in tutte le regioni i livelli minimi dei servizi alla persona (LEPS).
* Vogliamo un grande piano di digitalizzazione del sistema educativo, risorse sufficienti per garantire la formazione durante tutto l’arco della vita, contrasto alla povertà educativa e alla dispersione scolastica, edilizia scolastica e rafforzamento degli ITS soprattutto al Sud.
* Interveniamo risolutivamente sul sistema previdenziale, introducendo una flessibilità di accesso alla pensione più diffusa per tipologie di lavoro e categorie di lavoratori. Va affrontato subito il tema delle future pensioni dei giovani garantendo adeguati trattamenti pensionistici e valorizzando i periodi di formazione.
* Chiediamo di dotare il Paese di politiche industriali e ambientali, sinora assenti, con una chiara governance che sappia individuare gli ambiti strategici e settoriali di intervento pubblico straordinario, resi oggi possibili dall’allentamento del Regolamento Europeo sugli Aiuti di Stato, alla luce del riordino globale delle catene del valore e delle nuove politiche commerciali che ne deriveranno. Investiamo concretamente sull’instaurazione di un modello di green economy basato sul concetto di “circolarità”.
* Investiamo in reti, infrastrutture e politiche del territorio, per garantire il diritto alla mobilità per tutti i cittadini, le pari opportunità, la rigenerazione urbana con la riqualificazione delle aree periferiche o a rischio e per attrarre rinnovato slancio di impresa, a partire dal dimenticato Mezzogiorno, dove servono investimenti straordinari per cui le risorse della Next generation Eu da destinare a ridurre il divario territoriale Nord-Sud siano superiori alla clausola del 34%.
* Parliamo di modernizzazione e digitalizzazione della pubblica amministrazione con un grande piano di rigenerazione amministrativa che preveda un piano straordinario di assunzioni, nella pubblica amministrazione sia centrale che locale che vada ben oltre il turn over ed un piano di formazione e aggiornamento degli attuali dipendenti.
* La riforma del fisco deve rappresentare il vero volano della ripartenza. Occorre continuare a tagliare le tasse ai lavoratori dipendenti e iniziare a farlo ai pensionati che sono i soggetti che prima pagano le tasse e poi prendono lo stipendio e la pensione.