Domenica 10 gennaio 2021 – “La crisi Covid ha messo in crisi la teoria che vedeva prevalere il concentramento dei servizi nei centri più grandi depotenziando i territori periferici. Questa evidenza, soprattutto sui temi sanitari, impone un cambio di rotta rispetto alle politiche per l’Ospedale di Villa d’Agri e per i servizi sanitari in Val d’Agri”.
Ad affermarlo il sindaco di Moliterno (Pz), Antonio Rubino.
“Non credo opportune le rivendicazioni territoriali del tipo “prima la Val d’Agri”, piuttosto è necessario comprendere come un sistema regionale può tener conto di un comprensorio che a sua volta deve iniziare a lavorare come sistema. In questo sistema dobbiamo giocare il nostro ruolo con le innegabili peculiarità di questo territorio e le conseguenti esigenze rispetto alle quali è tempo di elaborare proposte che non lascino spazio a scontri di posizionamento. Già nella recente occasione della prima riunione del Tavolo permanente della Sanità in Val d’Agri, ho avuto modo di ribadire l’importanza che i processi partecipativi e l’ascolto dei cittadini hanno nell’ambito delle politiche sanitarie.
In questa ottica il tavolo permanente promosso dal Comitato Uniti per la Val D’Agri è fondamentale perché tiene insieme i vertici regionali della Sanità, i sindaci (in questa pandemia sempre di più visti come prima istanza anche per le politiche sanitarie, pur non avendo dirette competenze), il terzo settore e il mondo dell’associazionismo (che spesso si sostituisce meritoriamente al pubblico, ma serve una regolamentazione). È una concretizzazione del principio di sussidiarietà che può portare a un sistema virtuoso che basa le azioni sulle reali esigenze del territorio. In questo modo si deve agire (e rivendicare azioni) per il potenziamento dell’ospedale, in questa ottica deve avvenire la gestione di questa emergenza e della delicata fase delle vaccinazioni. Ho anche proposto una sinergia per il monitoraggio in vista del rientro in classe delle scuole superiori: auspicabile che la regione e l’Asp consentano che non siano i singoli comuni a mettere in campo azioni frammentarie e senza coordinamento, ma che il comprensorio della val d’agri agisca come una unica città con uno screening su tutta la popolazione studentesca per tutti i comuni con medesime linee guida.
Il tavolo in questi prossimi giorni può essere anche il luogo giusto per chiedere urgenti informazioni e rilanciare, magari contestualizzandola al momento di emergenza sanitaria, l’indagine EPIBAS, che per la sua importanza non può finire nel dimenticatoio. Su questo punto la Regione ci dica chiaramente cosa vuole fare, non possiamo più perdere altro tempo.
Sarebbe auspicabile istituzionalizzare il tavolo e partire con un sondaggio tra i cittadini attraverso i sindaci, per poter avere dei primi dati circa le esigenze del territorio in merito ai servizi sanitari, perché nei prossimi mesi sarà determinante elaborare questi dati per mettere in campo azioni quali presidi medici di prossimità, capire in che modo potenziare l’ospedale (indirizzare le rivendicazioni e non renderle vuote), in che modo rendere attrattivo l’ospedale stante il perdurante problema di una forte domanda e una esigua offerta di nuovi medici, introdurre la telemedicina, creare un servizio comprensoriale di servizi socio-sanitari a domicilio, specie per gli anziani e le categorie più deboli”, conclude il sindaco.