Venerdì 20 novembre 2020 – Si è da poco concluso lo sciopero dei lavoratori della Giuzio, azienda che opera in proroga ed in appalto per conto dell’Asi, per la gestione dei servizi sulle aree industriali (conduzione impianti di depurazione, gestione reti fognarie, reti acqua industriale, verde e manutenzione strade, impianti di trattamento acqua industriale e potabilizzazione).
L’adesione allo sciopero è stata della quasi totalità dei lavoratori coinvolti, circa 60 che non solo hanno manifestato per la mancata retribuzione del mese di ottobre, ma anche per l’assenza di prospettive occupazionali e salariali per i prossimi mesi.
“Non vogliamo ripercorrere tutta la storia ventennale di questa drammatica vicenda, perché tutti ormai e purtroppo conoscono la “disavventura” di questi lavoratori causata esclusivamente dalle non scelte o dalle scelte sbagliate dell’Asi, e della politica lucana in toto”.
E’ quanto affermano in una nota i responsabili sindacali di Fim e Uilm.
“Oggi ci sono stati attimi di tensione davanti ai cancelli degli impianti industriali, dove sono allocati i lavoratori, a partire dagli impianti di depurazione di Viggiano, dove addirittura alcuni lavoratori, per protesta si sono incatenati alla parte fissa del cancello dell’impianto; quando un lavoratore dopo trent’anni di lavoro arriva a compiere gesti del genere, dovremmo tutti vergognarci, perché – si precisa nella nota – questi atti estremi dimostrano che i lavoratori non ce la fanno più, ne dal punto di vista salariale per il mantenimento delle proprie famiglie ma soprattutto dal punto di vista mentale e ciò è dovuto non alla mancata retribuzione del mese scorso ma a vent’anni di ritardi, di ulteriori ritardi, di elemosine (vedi 20,30,40, 50% dello stipendio) e noi chiediamo al Presidente Bardi di mettere fine una volta per tutte a questo squallore.
Sarebbe facile, e lo è, entrare nel populismo ma vorremmo che ogni consigliere regionale immaginasse solo per un momento cosa proverebbe ad elemosinare il proprio stipendio, stipendi quelli di Giuzio di circa 1200 euro al mese.
Cercate di darvi una scossa nella settimana a venire, trovate una soluzione concreta. Lo diciamo a tutto il Consiglio Regionale, maggioranza e minoranza, destra e sinistra, giallo blu verde e rosso, diteci cosa volete fare.
Le azioni sindacali e di sciopero continueranno nelle date già annunciate del 27 novembre e del 4 dicembre e la rabbia non potrà che aumentare, perché di questi tempi perdere una giornata di lavoro – conclude la nota sindacale – per gente normale significa perdere circa 70 euro al giorno e non ce lo possiamo permettere”.