Potenza, 28 ottobre 2020 – “La necessità di incrementare il numero di tamponi da effettuare nell’ambito del tracciamento dei contatti e contenere i contagi è una delle priorità a più riprese segnalate in questi mesi dalla Fp Cgil di Potenza”.
Lo affermano Giuliana Pia Scarano, Segretaria generale Fp Cgil Potenza, e Maria Teresa Bochicchio, Fp Cgil Medici medicina generale Potenza.
“Tuttavia riteniamo l’accordo stralcio tra la Sisac e i medici di famiglia, sottoscritto solamente dalla Fimmg, che prevede che i medici di medicina generale possano effettuare i tamponi, estremamente errato e al contempo pericoloso, in quanto potrebbe minare la salute di cittadini e medici. Gli studi privati dei medici di medicina generale, come peraltro le farmacie, non sono luoghi contemplati per percorsi differenziati Covid e l’effettuazione di tamponi potrebbe mettere a rischio gli stessi professionisti e i loro pazienti, nonché coloro che vi si recano per altre evenienze.
L’accordo, a nostro avviso, lede altresì l’immagine dei medici di medicina generale, facendoli passare per dei mercenari che lavorano a cottimo: l’accordo prevede, infatti, remunerazioni differenti a seconda del luogo in cui i tamponi vengono eseguiti, con una tariffa più alta se il test viene effettuato presso lo studio del medico e minore per luoghi differenti. Le relative risorse sono previste nel decreto Ristori che stanzia 30 milioni per questo scorcio di anno.
I medici di medicina generale sono professionisti seri, che chiedono solamente di essere tutelati insieme ai cittadini e a tutti gli operatori sanitari mentre svolgono la propria attività a servizio della salute collettiva e che non vogliono svendere la propria sicurezza e la propria vita per risorse economiche aggiuntive.
Chiediamo, pertanto, alla Regione Basilicata, qualora decida di declinare sul territorio regionale l’accordo, di attrezzare luoghi dedicati, sanificati e protetti, dai presidi mobili agli ambulatori nelle aziende territoriali, da mettere a disposizione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta e dei professionisti sanitari abilitati che diano la propria disponibilità a potenziare l’effettuazione dei test.
Siamo consapevoli sia indispensabile estendere la rete che contrasta l’emergenza, ma riteniamo che sia necessario e imprescindibile farlo in sicurezza e rendendo certi i percorsi assistenziali, al fine di evitare che scelte azzardate possano avere ricadute ingovernabili, come la chiusura di studi medici per casi Covid che transitano da quegli ambienti o delle stesse farmacie, ingenerando a quel punto davvero il caos”.