Venerdì 2 ottobre 2020 – Stefano Mele c’invita ad un’altra riflessione. Lo fa un ragazzo che da anni vive su una sedia a rotelle a causa di una grave malattia invalidante.
Ma Stefano Mele la disabilità la vive come stimolo, come opportunità. O meglio, come una sfida che vuole vincere.
Certo, ci sono problemi che non possono risolversi. Purtroppo. Ma lui è un combattente.
Ed eccolo a provocarci con questo articolo che pubblichiamo.
“Per me la vita è un dono, anche se la mia vita è complicata ma nonostante tutto la vita è bella.
Vi voglio raccontare un momento difficile e complesso della mia vita, per ringraziare chi mi ha salvato.
Era ottobre 2009 è faceva molto freddo quando non sono stato molto bene. Per chi vive con una malattia grave come la mia distrofia muscolare di Duchenne anche un raffreddore è pericoloso.
E’ quando pensi che sia finita è proprio allora che incomincia la salita: che fantastica storia è la vita, canta Venditti.
Ho avuto varie crisi respiratorie molto gravi. Dopo una crisi forte ho dovuto fare una scelta per continuare a vivere, sottoponendomi ad un delicato intervento chirurgico.
Molti erano i miei dubbi, uno era quello che non avrei potuto parlare più.
Per fortuna solo per un breve periodo non ho parlato. Poi, grazie alla mia forza di volontà ma sopratutto grazie alla mia passione per il canto, che è stata fondamentale, sono tornare a comunicare verbalmente.
Quando ero in rianimazione per comunicare con la mia famiglia scrivevo dei bigliettini. Passano gli anni ma certi ricordi non muoiono mai.
Voglio ringraziare tutto lo staff della rianimazione e pediatra dell’ospedale San Carlo di Potenza.
Un ringraziamento va alla mia famiglia perché abbiamo scelto di non arrenderci mai nonostante questa brutta malattia, convinti che un giorno uscirà una cura.
Non è importante quante volte si cade nella vita ma tutte le volte che ci rialziamo.
Voglio concludere questo articolo con una frase di un canzone di Vasco: E già sembrava la fine del mondo, ma sono ancora qua ci vuole abilità“.
Stefano Mele