Potenza, 17/09/2020 – In questi giorni un lavoratore della logistica della FCA Melfi BUSSINESS (azienda dell’indotto della Fca di Melfi) è stato licenziato perché risultato positivo al COVID 19. A darne notizia, è Giorgia Calamita, responsabile componentistica della Fiom Cgil Basilicata.
“Questo episodio – afferma Calamita – è uno dei tanti che conferma il fatto che i lavoratori della logistica dell’area industriale di Melfi vivono condizioni di lavoro pessime che ledono la loro dignità.
Il sistema degli appalti e sub appalti delle aziende logistica FCA Melfi si regge con la logica della riduzione dei costi di produzione, innescando una competizione tra le aziende che da un lato determina un peggioramento delle condizioni di lavoro, sia in termini di sicurezza sia in termini di salario e aumento della precarietà, dall’altro non garantisce la sostenibilità dell’azienda stessa”.
La FIOM CGIL chiede all’azienda di ritirare il provvedimento di licenziamento: “Il lavoratore – afferma Calamita – non può essere considerato colpevole perché contagiato dal virus covid 19 durante le vacanze, in una località non dichiarata zona rossa e pertanto senza alcun obbligo di quarantena.
Nei giorni in cui si è appresa la notizia della positività del lavoratore, inoltre, l’azienda si è dimostrata del tutto inadempiente, non coinvolgendo né sindacato né i lavoratori sulle modalità e misure di sicurezza previste dal protocollo da applicare per evitare il contagio degli altri lavoratori.
Solo dopo le denunce e le richieste della FIOM CGIL Basilicata – continua Calamita – si è svolta una riunione con i delegati per condividere puntuali provvedimenti per la tutela di tutti i lavoratori coinvolti.
È necessario aprire una nuova stagione contrattuale nella logistica di FCA Melfi, che coinvolga tutti i lavoratori, perché non si assista più a situazioni così gravi come il licenziamento illegittimo e si possa mettere fine all’arroganza usata da diverse aziende della logistica che, per risparmiare sui costi del lavoro, puntualmente violano leggi e diritti contrattuali con il solito ricatto della perdita del posto di lavoro. Un argomento qui al sud maggiormente molto sensibile considerata l’alta disoccupazione”.