Venerdì 11 settembre 2020 – Da domani, 12 settembre, fino al 31 ottobre, Matera e diversi comuni della Basilicata saranno lo scenario del Festival di arti performative “So Far So Close. Esercizi di vicinanza” prodotto dalla Fondazione Matera Basilicata 2019, con la collaborazione artistica di Silvia Bottiroli e Cristina Ventrucci, in partenariato con Apt Basilicata e ASM Matera e il patrocinio dei Comuni di Matera, Montescaglioso, Venosa, San Mauro Forte, Cirigliano, Latronico, San Severino Lucano.
La manifestazione è stata presentata nel corso di una conferenza stampa nella sede della Fondazione Matera Basilicata 2019 cui sono intervenuti il Presidente della Fondazione, Salvatore Adduce, la Direttrice, Rossella Tarantino, il Direttore di APT Basilicata, Antonio Nicoletti, la project manager di Open Design School, Rita Orlando, Silvia Bottiroli e Cristina Ventrucci in collegamento Skype, l’Assessore al Turismo del Comune di Matera, Marianna Dimona, la dott.ssa Anna Fineo dell’Asm Matera, il rappresentate del Comitato project leader di Matera 2019, Andrea Santantonio.
Il programma “So Far So Close” propone esercizi di vicinanza per riabbracciare l’esistente attraverso le arti performative con una nuova consapevolezza rispetto alla nostra vita comune in un “pianeta infetto”, e per ritrovare la forza dell’agire collettivo. Esercizi, anche, di una rinnovata cittadinanza, dopo l’esperienza che nel 2019 ha fatto di Matera e dell’intera Basilicata un territorio privilegiato per i processi creativi condivisi e per la relazione tra arte e spazio.
Attraverso il lavoro di ricerca di Open Design School, il Festival si configura come una sperimentazione che intende realizzare eventi dal vivo ai tempi del Covid, mediante lo studio di nuove relazioni e di codifica dei comportamenti sociali, per far sì che, nonostante la distanza, i partecipanti allo spettacolo si sentano pienamente coinvolti e protagonisti dello stesso. Il titolo “So Far So Close”, emblematicamente esprime sia il lavoro che si intende fare sulle nuove relazioni tra le persone ai tempi della distanza sociale, sia le nuove relazioni che possono costruirsi tra le aree urbane e le aree remote, in un percorso di rieducazione collettiva che possa definire nuovi rituali dello stare insieme e nuove modalità di fruizione dello spazio pubblico. In questa sperimentazione, tutti gli artisti saranno chiamati a confrontarsi con il metodo dell’Open Design School che, in una logica di co-creazione che è stato fiore all’occhiello di Matera 2019, metterà insieme professionalità di discipline diverse: dagli infettivologi agli ingegneri della sicurezza, dai designer agli artigiani, dagli architetti agli abitanti culturali. Gli esiti del processo di ricerca e sperimentazione confluiranno in un Manuale open source, una sorta di cassetta degli attrezzi o vademecum a disposizione di tutti.
Gli attraversamenti visionari che compongono il programma sono guidati da artiste e artisti dell’area performativa che hanno rinnovato le proprie domande in questo momento infra-pandemico, in cui la negoziazione delle distanze tra i corpi è cruciale e richiede una particolare cura e delicatezza nel ripensare le occasioni d’incontro dal vivo. Nel loro lavoro, il tema della prossimità è centrale anche in termini di rapporto tra lettura della realtà e costruzione dell’immaginario, dove il teatro nelle sue forme e contaminazioni – dalla drammaturgia alla performance, dal rapporto col cinema e la musica alla danza, fino all’esperienza di arte pubblica e relazionale – diventa strumento per guardare le relazioni e i luoghi attraverso narrative intrecciate e con un’attenzione al rapporto tra l’umano e il non umano, e tra il visibile e l’invisibile, nella città che per vocazione ha da sempre unito queste dimensioni. Nel pensare a questi nodi, le curatrici si sono concentrate su artisti e opere che intervengono nello spazio pubblico risignificandolo o complessificandolo mediante forme di apertura capaci di includere gli spettatori non soltanto nel fruire di un lavoro finito ma, ma con modalità molto differenti, nella responsabilità del costruirlo; che sono interessati alla relazione con le diverse comunità che compongono i tessuti urbani, i territori rurali e i loro luoghi; che sviluppano un’idea di infanzia e di gioco capace di scardinare la convenzione.
A Matera Emma Dante porta in scena alla Cava del Sole uno spettacolo-concerto evocativo per sublimare il dolore che la pandemia ha portato con sé, affidandosi alla tragedia greca come forma di catarsi;
Virgilio Sieni torna con due nuovi percorsi di coinvolgimento dei cittadini fra Agna e il borgo La Martella;
Chiara Guidi porta uno dei più importanti lavori di teatro infantile; il duo Deflorian/Tagliarini riprende il lavoro dell’artista olandese Lotte van den Berg in un percorso itinerante nel centro città;
le compagnie Motus ed MK si esibiscono nel Parcheggio di Via Saragat, che diventa un luogo nuovo per le visioni artistiche della città.
Il programma si allarga inoltre alle aree interne della Basilicata: Venosa, città lucana candidata al titolo di Capitale italiana della cultura per il 2022, e Montescaglioso ospitano il manifesto dell’arte coreografica di Sieni; Annamaria Ajmone si esibisce in una partitura coreografica a Latronico e San Severino Lucano, in due siti dove la natura incontra le opere contemporanee di ArtePollino; Luigi Coppola torna a Cirigliano e San Mauro Forte con due lavori di arte pubblica a stretto contatto con le comunità locali.
Completano il calendario le Open review di Open Design School a Casino Padula, momenti di approfondimento per presentare l’avanzamento del lavoro di ideazione e progettazione partecipata, e le Giornate Europee del patrimonio, che porteranno i visitatori alla scoperta del Teatro Quaroni nel borgo La Martella di Matera.
Si sta inoltre lavorando ad una collaborazione con i Project leader di Matera 2019, quelle realtà della scena creativa e culturale locale che hanno coprodotto lo scorso anno il programma della Capitale europea della cultura, e che ora si sono unite in un solido coordinamento per capitalizzare il lavoro fatto.
“Con il festival che parte domani con lo spettacolo di Emma Dante – ha detto il Presidente della Fondazione Matera Basilicata 2019, Salvatore Adduce – ripartiamo con una serie di attività che rafforzano ulteriormente il posizionamento di Matera ai vertici delle città che in Italia producono cultura. Forse siamo l’unica realtà del Sud ad aver organizzato un festival del genere in un contesto difficile come quello della pandemia. La nostra forza è anche quella di poter contare su un luogo, come la Cava del Sole, di saper valorizzare alcune caratteristiche della produzione culturale, come la co-creazione assai richiesta dai cittadini, e di aver compreso da tempo la necessità di spostare nelle aree interne di tutte le latitudini della Basilicata i nostri eventi convinti come siamo che la cultura può aiutarci a ridurre i rischi di spopolamento e di degrado sociale”.
L’accesso a tutti gli eventi del Festival è gratuito, previa prenotazione sulla piattaforma Matera-Basilicata Events (www.materaevents.it).
Durante gli eventi saranno rispettate scrupolosamente tutte le misure anti-Covid in vigore, in relazione alle quali il pubblico è invitato alla massima collaborazione.
Nella foto di copertina: una scena dello spettacolo di Emma Dante