Sabato 5 settembre 2020 – Sono sul piede di guerra i dipendenti di alcune aziende dell’indotto Eni a conferma che tra costoro, a rischio posto di lavoro, aumentano la tensione e la preoccupazione.
La conferma si è avuta nell’assemblea retribuita, in presenza, di tutti i lavoratori della Nico, azienda operante nel Centro Oli di Viggiano, che lo scorso 31 agosto non ha rinnovato 12 contratti a tempo determinato.
Il mancato rinnovo – denuncia in una nota la Uilm Basilicata – è dovuto esclusivamente alla riduzione delle attività da parte di Eni, scelta che, come più volte detto, consideriamo scellerata ed incauta, in quanto causa di una crisi sociale e occupazionale all’interno del Centro Oli di Viggiano.
L’ultima riunione tenutasi in Regione, alla presenza dell’assessore Cupparo, ha visto l’assenza di Eni, che del tutto provocatoriamente ha inviato una nota alla Regione Basilicata; affermando che i problemi occupazionali sono problemi aziendali, senza pertanto tener conto – e questa è la provocazione – che i mancati rinnovi sono da attribuire alle loro scelte unilaterali degli ultimi mesi.
La soluzione al mancato rinnovo dei contratti non è la Naspi, la soluzione a questa vertenza è solo una: il reintegro di tutti i lavoratori perché noi non vogliamo vivere di ammortizzatori sociali, i lavoratori non vogliono vivere di sostegno reddituale, i lavoratori vogliono alzarsi alle sei di mattina per lavorare le proprie otto ore, i lavoratori sono consapevoli, all’unanimità, che la vita non ha senso o ne ha poco se non si ha la possibilità di lavorare.
Se ne riparlerà il 10 settembre prossimo nell’incontro convocato in Regione, al quale sindacati e lavoratori sperano che sia presente l’Eni.
Altra vertenza tutta aperta riguarda i lavoratori della Maesrk.
Si è tenuto, nel pomeriggio di ieri, un nuovo incontro sindacale all’interno della Maesrk, azienda dell’indotto Eni di Viggiano che stabilmente ha occupato circa 300 lavoratori.
La riduzione delle attività da parte di Enisi è riflessa negativamente sull’azienda che è ricorsa ammortizzatori sociali pur di garantire il mantenimento dei livelli occupazionali.
Quello che più preoccupa – si legge in una nota congiunta di Fim e Uilm – è il fatto che l’azienda ha già dichiarato per le prossime settimane un esubero di circa 60 unità, decisione che coinvolge circa 34 contratti a tempo determinato ed una trentina a tempo indeterminato.
A metà settembre scadranno tutti i contratti a tempo determinato e ad oggi come dichiarato dalla direzione aziendale la possibilità di proroga dei suddetti contratti diventa difficile.
Cosa dobbiamo aspettare ancora, caro Presidente Bardi e caro Ministro Lamorgese, –
Si è tenuto, nel pomeriggio di ieri, un nuovo incontro sindacale all’interno della Maesrk, azienda dell’indotto Eni di Viggiano che stabilmente ha occupato circa 300 lavoratori. È la più grande azienda dell’indotto che opera nel settore della sicurezza e del mantenimento della stessa all’interno del Centro Oli di Viggiano che, a seguito della riduzione delle attività da parte di Eni, ha dovuto fronteggiare la riduzione delle attività ricorrendo agli ammortizzatori sociali pur di garantire il mantenimento dei livelli occupazionali.
L’azienda ha già dichiarato, per le prossime settimane un esubero di circa 60 unità, confermando nella giornata di ieri il trend negativo delle attività e dunque il già menzionato esubero che coinvolge circa 34 contratti a tempo determinato ed una trentina a tempo indeterminato.
A metà settembre scadranno tutti i contratti a tempo determinato e ad oggi come dichiarato dalla direzione aziendale la possibilità di proroga dei suddetti contratti diventa difficile.
Per quanto ci riguarda, come Organizzazioni Sindacali, abbiamo messo in campo ogni azione all’interno della Maersk, sia con l’utilizzo dell’ammortizzatore sociale che con un sistema di solidarietà tra lavoratori che ci ha consentito il mantenimento di tutti i livelli occupazionali fino al 14 settembre
Riteniamo inaccettabile che l’Eni possa ridurre anche le attività legate alla sicurezza all’interno del Centro Oli di Viggiano perché oltre a quelle manutentive ed a quelle ambientali si aggiunge un altro tassello, quello della sicurezza, come il resto, inaccettabile, perché a riducendo i livelli occupazionali riduce, a sua volta, l’aspetto fondamentale della tutela della vita e della sicurezza dei lavoratori.
Cosa dobbiamo aspettare ancora, caro Presidente Bardi e caro Ministro Lamorgese, affinché l’Eni dimostri rispetto mettendo in campo quelle azioni volte ad evitare gli incidenti sul lavoro e le tensioni sociali all’interno del Centro Oli di Viggiano?
In questo modo si sta sottovalutando la situazione nell’area industriale della Val D’agri, e forse quando una mattina ci risveglieremo da questo lungo sonno troveremo tanti lavoratori e tanti cittadini a presidiare gli ingressi del Centro Oli di Viggiano.
edono i responsabili si affinché l’Eni dimostri rispetto mettendo in campo quelle azioni ndvolte ad evitare gli incidenti sul lavoro e le tensioni sociali all’interno del Centro Oli di
Si è tenuto, nel pomeriggio di ieri, un nuovo incontro sindacale all’interno della Maesrk, azienda dell’indotto Eni di Viggiano che stabilmente ha occupato circa 300 lavoratori. È la più grande azienda dell’indotto che opera nel settore della sicurezza e del mantenimento della stessa all’interno del Centro Oli di Viggiano che, a seguito della riduzione delle attività da parte di Eni, ha dovuto fronteggiare la riduzione delle attività ricorrendo agli ammortizzatori sociali pur di garantire il mantenimento dei livelli occupazionali.
L’azienda ha già dichiarato, per le prossime settimane un esubero di circa 60 unità, confermando nella giornata di ieri il trend negativo delle attività e dunque il già menzionato esubero che coinvolge circa 34 contratti a tempo determinato ed una trentina a tempo indeterminato.
A metà settembre scadranno tutti i contratti a tempo determinato e ad oggi come dichiarato dalla direzione aziendale la possibilità di proroga dei suddetti contratti diventa difficile.
Per quanto ci riguarda, come Organizzazioni Sindacali, abbiamo messo in campo ogni azione all’interno della Maersk, sia con l’utilizzo dell’ammortizzatore sociale che con un sistema di solidarietà tra lavoratori che ci ha consentito il mantenimento di tutti i livelli occupazionali fino al 14 settembre
Riteniamo inaccettabile che l’Eni possa ridurre anche le attività legate alla sicurezza all’interno del Centro Oli di Viggiano perché oltre a quelle manutentive ed a quelle ambientali si aggiunge un altro tassello, quello della sicurezza, come il resto, inaccettabile, perché a riducendo i livelli occupazionali riduce, a sua volta, l’aspetto fondamentale della tutela della vita e della sicurezza dei lavoratori.
Cosa dobbiamo aspettare ancora, caro Presidente Bardi e caro Ministro Lamorgese, – chiedono i responsabili sindacali – affinché l’Eni dimostri rispetto mettendo in campo quelle azioni volte ad evitare gli incidenti sul lavoro e le tensioni sociali all’interno del Centro Oli di Viggiano?