Giovedì 27 agosto 2020 – Sciopero con assemblea nella mattinata di ieri davanti al Centro Oli di Viggiano dei lavoratori della RTI (raggruppamento temporaneo di impresa Officine Dandrea, Ram Meccanica, Elettra e Garramone) indetto da FIM FIOM e UILM per discutere e manifestare le diverse problematiche fra cui l’uso indiscriminato della cassa integrazione ed il mancato rispetto degli accordi aziendali.
È stata un’assemblea molto partecipata dai lavoratori, nel rispetto delle procedure anti covid e del distanziamento sociale, che ha evidenziato – si legge in una nota congiunta delle organizzazioni sindacali – esattamente la questione petrolio in Basilicata, nata a seguito delle ormai note scelte scellerate da parte di Eni che – denunciano i lavoratori – , riducendo drasticamente le attività appaltate ed estraendo lo stesso numero di barili , ha determinato una vera crisi sociale ed occupazionale che coinvolge tutto l‘indotto di Viggiano.
Non si può andare avanti tamponando le singole vertenze, in gran parte ancora irrisolte, ma – ribadiscono i responsabili di Fim Fiom Uilm -è necessario che il presidente Bardi intervenga, con risolutezza, con i vertici di Eni affinché vengano ripristinate le condizioni pre Covid.
È necessario che De Scalzi venga in Basilicata a discutere degli investimenti annunciati per il territorio della Val d’Agri partendo dal ripristino delle condizioni industriali che consentano una tenuta e ripresa occupazionale della Val d’Agri e nella costruzione del prossimo futuro.
Ridurre le attività significa altresì mettere a rischio la sicurezza dei lavoratori e più in generale di tutto il territorio della Val d’Agri. Lo diciamo ancora una volta: qualora dovesse accadere qualsiasi incidente all‘interno del centro oli di Viggiano, causato dalla riduzione delle attività di manutenzione, in quel caso Eni dovrà risponderne non solo legalmente ma all’intera comunità lucana.
Nelle prossime ore Fim, Fiom e Uilm metteranno in campo una mobilitazione generale dei lavoratori dell‘indotto ENI di Viggiano occupando l’intero piazzale del centro oli e, qualora non dovesse bastare, lo stato di agitazione continuerà in maniera permanente fino a quando il silenzio che negli ultimi mesi si è protratto in questa regione lasci spazio alle risposte che da tempo i lavoratori e le organizzazioni sindacali rivendicano.
Il petrolio per essere una risorsa e non solo come royalty e riempimento delle casse comunali e regionali, deve garantire i lavoratori e lo sviluppo presente e futuro del territorio.