Lunedì 3 agosto 2020 – “Nella giornata di oggi, le scriventi organizzazioni sindacali hanno richiesto la convocazione di un incontro urgente al Presidente Bardi, al fine di verificare lo stato dell’arte in merito alle notizie ufficiose circolate nei giorni scorsi, relativamente ad un allungamento dei tempi di chiusura della procedura di rinnovo di appalto della commessa cd. “CSB”, ad oggi in affidamento in proroga alle aziende Lucana Sistemi e Datacontact, per problemi rilevati in fase di verifica di congruità”.
Lo affermano in un comunicato stampa Anna RUSSELLI della SLC CGIL, Antonio CARUSO della FISTEL CISL, e Giovanni LETTERELLI della UILCOM UIL.
“La commessa, che impiega oltre 110 unità, e gestisce servizi regionali essenziali come il CUP sanitario, lo Sportello Tributi, l’erogazione di firma digitale, ecc. è in proroga temporanea in scadenza al 31 agosto 2020, nelle more della chiusura della procedura di rinnovo della gara e aggiudicazione definitiva della commessa. In base a voci non ufficiali circolate in questi giorni, parrebbe dunque essere emerso qualche problema nella fase di verifica di congruità. Le OO.SS. chiederanno al Presidente di garantire la continuità della proroga per tutto il tempo necessario al passaggio di consegne e di avviare, a seguire l’aggiudicazione definitiva, di un serrato confronto affinché venga rigorosamente rispettata la clausola sociale prevista dal bando per garantire tutti i posti di lavoro e la relativa retribuzione.
La commessa CSB è già stata oggetto di un rinnovo, oggetto di contenzioso, che ha prodotto un vistoso allungamento dei tempi; l’attuale commessa è, infatti, scaduta nel 2015 e la procedura di aggiudicazione è stata a suo tempo contestata dalle aziende escluse. Successivamente alle sentenze del TAR (novembre 2017) e del Consiglio di Stato (giugno 2018) che determinavano l’annullamento della gara, è stata predisposta la nuova procedura.
Seppure i lavoratori impiegati sulla commessa siano garantiti, come detto, da clausola sociale, è altresì evidente che occorra avviare una discussione approfondita sul futuro di quelli che sono ormai divenuti servizi pubblici essenziali, garantiti dall’attività ormai quasi quindicennale dei lavoratori in servizio. Una riflessione seria sul futuro di persone e servizi è ormai non ulteriormente rinviabile, onde evitare il persistere di una situazione di relativa precarietà e di aggravio di costi per la pubblica amministrazione”.