Lunedì 27 luglio 2020 – A seguito di attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza ed eseguita da personale della Squadra Mobile e dalla Digos sono state sottoposte a misura cautelare 16 persone, tutte coinvolte nei tragici fatti del 19 gennaio scorso. (VEDI: https://www.ufficiostampabasilicata.it/cronaca/aggressione-tifosi-del-melfi-in-corso-esecuzione-di-16-misure-cautelari/).
Come si ricorderà, nel corso di un’aggressione preordinata da parte dei tifosi del Rionero ai danni di quelli del Melfi perse la vita un tifoso rionerese.
Nell’immediatezza dell’evento furono tratti in arresto 26 ultrà sorpresi dalla Polizia di Stato intervenuta subito nei pressi della stazione disul posto in prossimità del luogo scelto per il vero e proprio agguato, ossia la stazione ferroviaria di Vaglio di Basilicata.
Successivamente si è sviluppata una complessa attività di indagine comprensiva di attività volta alla ricerca di prove scientifiche, quali acquisizione di campioni biologici, prove digitali attraverso analisi informatica del contenuto dei telefoni cellulari sequestrati nonché intercettazioni telefoniche e monitoraggio dei siti d’area.
L’attività espletata ha consentito di individuare altri soggetti coinvolti nell’aggressione ai tifosi del Melfi e di accertare, a livello di gravità indiziaria, la premeditazione dell’azione, la quale nelle intenzioni degli autori doveva avere le caratteristiche di una vera e propria imboscata.
Soprattutto per la scelta del luogo, lo stazione di Vaglio scalo all’altezza dello svincolodella Superstrada Basentana che si trovava lungo il percorso che necessariamente avrebbero dovuto fare entrambe le tifoserie, idoneo per un’azione a sorpresa e per una successiva fuga.
In secondo luogo, per essersi travisati ancora prima dell’arrivo delle auto della tifoseria “nemica” come si è appurato grazie alle dichiarazioni di persone che poco prima dell’evento transitavano nei pressi della suddetta stazione.
In terzo luogo, nelle chat di gruppo dei tifosi sotto indagine, espressioni del tipo: “andiamo a fare Nassiryd’ oltre ad essere indice di odio e di intendimenti violenti è un chiaro segno di premeditazione di un’azione organizzata con stile para-militare, vale a dire appostamento in un luogo adatto e prossimo alla direttrice di marcia del “nemico” per attenderlo e poi attaccarlo di sorpresa.
Alla luce delle risultanze investigative, il Gip presso il Tribunale di Potenza ha in buona parte accolto la richiesta di applicazione di misura cautelare avanzata dalla Procura di Potenza, disponendo:
Arresti domiciliari
Antonio Asquino, 44 anni; Donato Bencivenga, 31 anni; Francesco Gerardo De Nicola, 38 anni; Stefano Lapadula, 29 anni.
Obbligo di Dimora
Giovanni Asquino, 48 anni; Antonio Cassano, 30 anni; Christian Catenacci, 32 anni; Simone D’Alessandro, 28 anni; Antonello De Nicola, 33 anni; Fabio Di Lorenzo, 26 anni; Claudio Di Pasquale, 33 anni; Franco Prisco, 50 anni; Michele Romaniello, 24 anni; Giovanni Scioscia, 31 anni; Donato Varlotta, 26 anni; Alessio Santoro, 29 anni.