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Letto Indotto Eni | I conti non tornano, denuncia la Uilm
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Lavoro

Indotto Eni | I conti non tornano, denuncia la Uilm

USB - Ufficio Stampa Basilicata 24 Luglio 2020
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Venerdì 24 luglio 2020 – Cronistoria, quella della Uilm, di un impegno non mantenuto. Se ne parla in una nota del sindacato.

Il 6 agosto 2012, – si afferma – fu sottoscritto un protocollo di intesa tra CGIL CISL UIL e le parti datoriali, circa la protezione e prevenzione della salute, la sicurezza nei luoghi di lavoro e la tutela del salario dei lavoratori di tutte le aziende dell’ indotto Eni Val D’ Agri.

Al paragrafo 3 del suddetto protocollo –  “linee guida tra Confindustria Basilicata, Confapi Basilicata, Alleanza Cooperative Italiane di Basilicata, Rete Impresa Italia di Basilicata, CGIL CISL e UIL di Basilicata in tema di salario per i lavoratori dell’indotto Eni – Val D’agri – fase transitoria” – si prevedeva e si  prevede, il riconoscimento di un contributo di almeno 1.100.000,00 euro, alle imprese convenzionate per ogni anno nel periodo 2014-2016, in cui sono in corso i contratti di appalto di servizi e forniture; tale contributo doveva essere erogato in due soluzioni: 30 giugno e 31 dicembre di ciascun anno.

Il 3 settembre 2014 con delibera numero 1038 alle ore 13.50, la ex giunta regionale capeggiata dal dott. Marcello Pittella, fu istituito un fondo regionale (allegato 1) a favore dei lavoratori dell’ indotto, di 4 milioni di euro, destinato ad azioni di sostegno ed integrazione salariale dei lavoratori ivi impiegati cosi come da intese Del Tavolo Della Trasparenza del 30-4-2014.

Fino a qui, solo nobili progetti che andavano in un’unica direzione: accentrare il valore del lavoro inteso sia come miglioramento delle condizioni sanitarie “vedesi sorveglianza sanitaria” che come miglioramento del salario dei lavoratori.

Con gli anni – denuncia la Uilm – e’ emersa  l’inadeguatezza di una classe politica, quella lucana, che nonostante gli accordi sottoscritti ed in barba al motto latino “verba volant scripta manent” ha tradito gli impegni presi; l’excursus storico della vicenda è inutile,  perché i tempi d’erogazione di tale contributo non hanno mai rispettato gli accordi sottoscritti; si sono susseguiti ritardi su ritardi sino ad arrivare a luglio 2020, data in cui i lavoratori dell’indotto Eni continuano ad aspettare da ormai 4 anni, l’ultima rata delle famose 1000 euro lorde, ovvero circa 500 euro nette.

Ultima, che in realtà doveva essere la penultima, visto che in sede di campagna elettorale l’ex governatore Pittella, ne aveva, anche a mezzo stampa, annunciata la proroga per un ulteriore anno e dunque per il 2017.

Al di là degli annunci e della propaganda elettorale, oggi vorremmo sommessamente evidenziare che la tranche del 2016, da erogare entro lo stesso anno non è stata elargita, nonostante tutti gli adempimenti inoltrati dall’OPT alla Regione Basilicata, e ad oggi purtroppo registriamo un silenzio imbarazzante oltre al mancato riconoscimento del suddetto contributo – 1000 euro lorde -.

Tutto ciò è inspiegabile, nonostante le tante sollecitazioni da parte dell’OPT nei confronti della Regione Basilicata; pertanto – è la richiesta della Uilm – chiediamo al Presidente Bardi di rompere il silenzio ed intervenire affinché le risorse stanziate per i lavoratori dell’indotto Eni di Viggiano possano finalmente essere concretamente traferite all’OPT e dunque ai lavoratori stessi.

Se ciò non dovesse avvenire nelle prossime ore, sarà logico e plausibile chiedersi, in primis come cittadini lucani, dove sono andati a finire i soldi dei lavoratori?

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