Domenica 12 luglio 2020 – Analisi della situazione socio-economica della Basilica post Covid da parte del Presidente di Confcooperative, Giuseppe Bruno, portavoce di Aci, (nella foto di copertina).
“Uscire, con le dovute precauzioni ma con decisione, dalla fase del lockdown – sostiene a riguardo – è fondamentale, ed è altrettanto fondamentale ripartire dai servizi di welfare, come ribadito da molte voci autorevoli della politica e dell’economia.
Sono pure evidenti, tuttavia, – afferma Bruno – le difficoltà che le nostre cooperative incontrano nella ripartenza o, meglio, nella prosecuzione di attività e servizi che in molti casi sono continuati tra molti sacrifici per non lasciare inascoltati i bisogni essenziali della collettività.
Si pensi solo ai “nuovi” costi da sostenere per il rifornimento dei dispositivi di sicurezza a lavoratori e utenza, per le sanificazioni o per la riorganizzazione strutturale di sedi e metodologie operative.
Di qui l’importanza, in questa fase, di un lavoro costante di dialogo, confronto, concertazione ed, evidentemente, di coprogrammazione e coprogettazione dei servizi, conciliando i periodici aggiornamenti dei decreti governativi con le peculiarità territoriali ed esperienziali.
A questo proposito, – sostiene il Presidente Bruno – intensi e fruttuosi sono gli incontri interdisciplinari che il nostro Presidente dell’Alleanza della Cooperazione Sociale, Giuseppe Salluce, sta portando avanti con la fattiva collaborazione dell’Assessore Regionale Leone, dei Sindaci, dell’Anci, delle Aziende Sanitarie e dei Sindacati, votati alla ricerca di una programmazione qualificata e condivisa, e di un’omogeneità territoriale delle risposte fornite ai molteplici bisogni delle comunità.
Diventa poi determinante incontrare disponibilità, attenzione e professionalità nelle figure dirigenziali e nei responsabili di settore che, con spirito di collaborazione, nel primario interesse dei cittadini, convergono nel pragmatismo risolutivo del lavoro intenso di queste settimane.
Ritengo doveroso – prosegue il Presidente Giuseppe Bruno – dare il giusto riconoscimento a questo dialogo tra pubblico e privato che, anche attraverso l’applicazione del DM Rilancio art. 109, ex art. 48 DM Cura Italia, favorisce l’immediata operatività delle misure intraprese, com’è accaduto per gli Asili Nido Comunali di Potenza, in via Ionio e Via Torraca, e di Matera, in via Bramante e Via Gramsci, che in questi giorni riaprono – sempre in ottemperanza alle linee guida post Covid19 – grazie alla volontà politica e alla caparbietà dei dirigenti amministrativi.
È per noi motivo di soddisfazione anche la reazione positiva dell’Assessorato regionale che ha nell’immediato assunto disposizioni per il monitoraggio precauzionale con le prove tampone di tutto il personale, mettendo così in sicurezza i bambini, le famiglie e le nostre comunità.
Oggi, abbracciando con sempre maggiore intenzionalità questo spirito collaborativo, occorre accelerare la definizione di un approccio moderno alla gestione territoriale dei servizi di welfare e sociosanitari. Auspichiamo una visione ed un pensiero che abbiano al centro la persona nella sua globalità. L’attuale emergenza continua a dimostrarcelo: non è più procastinabile un cambio di passo da un orientamento, oseremmo dire, “industriale” ad un approccio “sartoriale”.
Ad esempio, – prosegue Bruno – strutturando il sistema dell’accreditamento dei servizi, attendendo alla migliore prestazione e non al maggior ribasso, a risposte flessibili e contestualizzate nei territori, ma anche perseguendo un più efficace controllo e monitoraggio dell’offerta.
Un accreditamento per aree territoriali omogenee, che coniughi criteri socioassistenziali e sanitari, equivale ad una presa in carico globale della persona, come suggerisce il concetto stesso di “salute” sancito dall’OMS, e finalmente ad una reale integrazione socio-sanitaria.
Integrazione che passa della co-proettazione all’accreditamento di tutti i servizi socio-assitenziali e socio-sanitari, dall’assistenza domiciliare ad anziani, disabili, minori, sino ai servizi della salute mentale.
L’assistenza domiciliare integrata assume anch’essa centralità in questo orientamento all’accreditamento, a maggior ragione oggi che abbiamo assunto la consapevolezza di una necessaria territorializzazione della cura della persona.
Potremmo così giungere ad una risposta di welfare aderente alle esigenze, capillare e con risorse economiche non parcellizzate ma integrate anch’esse per un unico obiettivo, la qualità di vita delle persone, ad iniziare da quelle con maggiori bisogni, e delle comunità, anche le più piccole. Sarebbe auspicabile inoltre rendere l’offerta accessibile, aggregata, visibile in digitale, attraverso quelle stesse piattaforme che in fase covid abbiamo imparato a conoscere e apprezzare.
Possono sembrare – conclude Bruno – pagine di ordinaria quotidianità, ma possono essere l’inizio di una nuova narrazione per una Basilicata più partecipata e moderna. Pagine a colori che non possono passare inosservate. Questa è l’ambizione che nutriamo per la nostra Regione, e che trova proficua realizzazione nella compartecipazione di tutti gli attori politici e socioeconomici delle nostre comunità”.