Giovedì 9 luglio 2020 – Stanca di subire da tre anni violenze e soprusi anche alla presenza dei figli minori, una donna di Bernalda ha trovato il coraggio di raccontare tutto alla Polizia che ha ricostruito l’intera vicenda.
Responsabile un italiano poco più che quarantenne e già noto per precedenti in materia di stupefacenti e violenze domestiche, controllava in continuazione la compagna (28 anni). Pretendeva di visionare il suo telefonino per verificarne i contenuti e, se lei si rifiutava, glielo strappava con forza dalle mani, talvolta anche percuotendola con schiaffi e pugni.
Pretendeva che uscisse soltanto con lui, giungendo fino a chiuderla a chiave in casa. Per ragioni di gelosia era capace anche di minacciarla con armi da taglio e di colpirla con calci e pugni. Aveva minacciato lei e i suoi familiari anche di morte.
In più occasioni, non potendone più delle vessazioni psico-fisiche di cui era oggetto, la donna si era allontanata dall’abitazione familiare, facendovi ritorno qualche giorno dopo, lasciandosi convincere dalle promesse di cambiamento dell’uomo, puntualmente poi non mantenute.
In un’occasione, dopo averla minacciata, le aveva gettato addosso dell’acido procurandole bruciore e un eritema alle gambe. In un’altra occasione, dopo averla colpita al volto con diversi pugni, le aveva stretto attorno al collo uno strofinaccio come per strangolarla e lasciandole addosso i segni.
L’ultimo episodio, quello che ha indotto la donna, spaventata, a chiedere aiuto e protezione alla Polizia, quando, accecato dalla gelosia,l’uomo l’aveva minacciata con un coltello da cucina puntandoglielo al collo con l’avvertimento che quella sarebbe stata l’ultima sua sera.
La donna è riuscita a divincolarsi ma è stata comunque raggiunta da un fendente di striscio alla spalla sinistra. Dopo la denuncia, la donna è andata via ma lui ha continuato a cercarla e a minacciarla per indurla a tornare.
Gli agenti del Commissariato di Pisticci hanno effettuato un’attività di prevenzione e vigilanza con diversi passaggi davanti all’attuale abitazione della vittima.
A seguito dei riscontri probatori trasmessi dagli investigatori all’Autorità giudiziaria, il Gip presso il Tribunale di Matera ha disposto gli arresti domiciliari dell’uomo, che sono stati eseguiti in un luogo diverso e lontano da quello in cui vive la donna.