Lunedì 6 luglio 2020 – Restituito al mittente da Fim, Fiom e Uilm Basilicata il piano industriale che l’amministratore delegato di TFA (Ex Firema) ha presentato nell’incontro avuto con i responsabili nazionali e territoriali del sindacati di categoria.
Il motivo – si precisa in una nota – è nell’ipotesi, ancora una volta avanzata dall’azienda di trasferire nella sede di Caserta i dipendenti dello stabilimento di Tito, ritenuto dalla Tfa “non sostenibile” ed in quanto tale rischia di compromettere il programma di efficientamento dell’azienda.
Nel ricordare che lo stabilimento di Tito “ha professionisti che si occupano del cuore del treno, della trazione e dell’elettronica”, e che “questa impostazione aziendale non è nuova a TFA, che dal 2015 procede in questo modo riducendo la sua presenza sui territori” i responsabili sindacali sia nazionali che territoriali di Fim, Fiom e Uilm hanno chiesto “chiesto all’azienda di arrestare ogni avanzamento rispetto ai lavoratori di Tito per provare a costruire un percorso, in sinergia con le istituzioni regionali e nazionali, che riporti nello stabilimento lucano le produzioni e gli investimenti necessari ad arrestare l’attuale terziarizzazione dei prodotti.
Lo stabilimento di Tito – si precisa – è complementare a quello di Caserta e in questo senso deve continuare a dare, come negli ultimi 50 anni, il suo determinante contributo in un settore che è interessato da enormi investimenti per lo più pubblici nei prossimi anni”.
Fim, Fiom e Uilm riconoscono comunque che il piano industriale “pone obbiettivi ambiziosi per il gruppo a partire dal triplicare, nel 2020, il fatturato consuntivato nel 2019 attraverso le commesse già in portafoglio e in via di acquisizione, lo sviluppo di progetti per la realizzazione di nuove carrozze in alluminio oltre ai relativi sottoinsiemi impiantistici. Per far fronte alla salita produttiva, si prevede inoltre un piano di assunzioni da realizzare sul sito di Caserta”.