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Letto Ripetitore Tim in contrada Botte e Torretta di Potenza, siamo alle comiche
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Ambiente e Territorio

Ripetitore Tim in contrada Botte e Torretta di Potenza, siamo alle comiche

USB - Ufficio Stampa Basilicata 30 Giugno 2020
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30 giugno 2020 – Una vicenda che lascia a dir poco perplessi quella del ripetitore Tim nelle contrade Botte e Torretta di Potenza.
Il Comitato costituitosi tra gli abitanti della zona con un documento torna sulla vicenda alla luce delle ultime novità che, come si diceva, rendono tutta la vicenda a dir poco comprensibile.
Tale perchè non si riesce a comprendere il motivo per il quale il Comune consenta alla Tim di installare un ripetitore a ridosso di abitazioni e contro il parere degli abitanti sebbene la società telefonica abbiamo nel suo progetto la delocalizzazione dell’impianto.
Altro aspetto incomprensibile è il coinvolgimento del Comitato sorto tra gli abitanti di contrada Botte e contrada Torrette da parte del Comune senza che tenga in considerazione quanto lo stesso afferma.
Insomma una vicenda poco chiara. Comprensibili e giustificate le perplessità e le critiche del Comitato il comunicato del quale riportiamo qui di seguito.

Protesta degli abitanti di Contrada Botte

“In questi giorni il Comitato per la tutela e lo sviluppo delle Contrade Botte e Torretta ha appreso che, finalmente, il Comune di Potenza è riuscito a instaurare il tanto atteso dialogo con la Tim/Inwit, società che vorrebbe completare l’istallazione di un ripetitore di telefonia mobile a pochi passi dalle abitazioni.

Un dialogo che, però, potrebbe indirizzare la battaglia intrapresa dal Comitato, contro l’istallazione di questo impianto, verso una scelta che consegnerebbe, ulteriormente, le contrade interessate a un destino che da anni le vede terra di facile conquista da parte delle società di telefonia e non solo.

Infatti, l’amministrazione comunale ha recentemente interpellato il Comitato per chiedergli un parere su una proposta che sarebbe stata formulata dalla Tim/Inwit. La società avrebbe proposto di interrompere le azioni legali e completare l’installazione del ripetitore, montando anche delle centraline di monitoraggio, per poi “valutare in futuro la “successiva” delocalizzazione dell’impianto.

Il Comitato esprime il più totale dissenso e disappunto verso questa proposta che ritiene inaccettabile e chiede maggiori chiarimenti in merito al contenuto di questa ultima interlocuzione con la società istallatrice, in quanto la proposta formulata desta una significativa preoccupazione.

Occorre maggiore chiarezza e trasparenza delle informazioni. Occorre avere il tempo di approfondire le informazioni inerenti alle scelte che l’amministrazione comunale vuole intraprendere.

Il Comitato confida nell’impegno, attento e puntuale, del Comune a continuare, con coerenza, il percorso seguito finora, favorendo e incentivando la delocalizzazione dell’impianto da subito o, eventualmente, l’utilizzo di aree dove sono già presenti impianti di altri operatori, che si trovano lontano dalla zona densamente abitata.

Invitiamo, pertanto, il Comune a continuare sulla strada intrapresa, in tema di elettrosmog, con l’approvazione, nel novembre 2019, del ‘Regolamento comunale per l’installazione e l’esercizio di infrastrutture di comunicazione elettronica per impianti radioelettrici’. Regolamento che prevede, all’art. 6, la richiesta da parte dell’amministrazione della delocalizzazione di impianti che impattino su aree sensibili.

Quindi, ci sembra irrazionale far completare l’istallazione di un ripetitore che, in base a suddetto Regolamento, sarà sicuramente destinato alla delocalizzazione, anche in previsione della stesura di un piano antenne, non più rimandabile.   

La proposta della Tim/Inwit, qualora venisse accettata, dopo due anni di apprensione da parte dei residenti e di impegno da parte del Comune per tutelare i suoi cittadini, rappresenterebbe una resa incondizionata alla società telefonica, una beffa per il Comitato e sancirebbe la perdita di valore e autorità dell’amministrazione comunale.

Amministrazione che, in questa battaglia al fianco degli abitanti delle contrade, ha più volte ribadito di voler conciliare la tutela della salute delle persone al progresso tecnologico. Per questo, nei mesi passati, da parte del Comune di Potenza sarebbe stata avanzata una soluzione logica ed efficace, condivisa anche dal Comitato, soluzione ideale per soddisfare le esigenze di tutti: l’offerta alla Tim/Inwit di un terreno alternativo, dove l’istallazione del ripetitore, lontano da abitazioni, non avrebbe arrecato danno di alcun tipo.      

Delocalizzazione, che oggi, la Tim/Inwit prenderebbe in considerazione “solo per il futuro”, garantendo per ora l’istallazione di centraline di monitoraggio, da lei gestite e controllate, centraline che, a quanto ci risulta, rivelerebbero, in base alla normativa vigente, la media giornaliera di emissioni, che è facile capire, viene fortemente abbattuta durante le fasce orarie notturne, sottacendo così i picchi giornalieri a cui la popolazione sarebbe esposta.

Il Comitato, dunque, chiede al Comune di mettere in campo tutti gli strumenti e le energie adesso, affinché la Tim/Inwit delocalizzi il traliccio prima dell’attivazione del ripetitore, vista la disponibilità della società alla “futura delocalizzazione”.

Futura delocalizzazione che, sicuramente, comporterà maggiori costi e impedimenti burocratici e tecnici dopo l’attivazione. E intanto i cittadini, oltre a dover subire già gli effetti del ripetitore, continueranno a vivere in uno stato di incertezza e ansia, sperando in chissà quale “miracolo” per il futuro.

Non si deve, inoltre, assolutamente trascurare un passaggio essenziale e prioritario a garanzia sia della salute dei cittadini, non solo delle contrade interessate, ma di tutta la città di Potenza, e sia di una corretta istallazione di ripetitori sul proprio territorio comunale, pensando anche a future richieste da parte di un settore in crescente espansione.

E’ imprescindibile una disamina preliminare approfondita delle caratteristiche degli impianti, dei loro diagrammi di emissione, della possibile localizzazione e dei risultati di simulazioni per una migliore salvaguardia delle ‘aree abitate’, con presenza anche di bambini in tenera età e persone con importanti patologie.

Va verificata la qualità della copertura nell’area, la limitazione dell’irradiamento verso aree indesiderate, la stabilità anche in condizioni atmosferiche avverse, il rispetto dei volumi di sicurezza previsti dalle leggi e il cronoprogramma delle operazioni di manutenzione del sistema. E’ fondamentale lo studio dell’esposizione al campo elettromagnetico in un determinato punto dello spazio utilizzando mezzi di simulazione e calcolo, andando a definire il campo generato dall’antenna per telefonia mobile, che dipende soprattutto dall’orientamento sia sul piano orizzontale sia su quello verticale.

Esistono oggi strumenti di analisi che permettono di prevedere, con sufficiente accuratezza, i valori di campo generati quando l’impianto raggiungerà la piena operatività.

Questa metodologia consentirà, anche in futuro, al Comune di Potenza di contraddistinguersi per serietà e trasparenza, già  in fase di concessione dei necessari nullaosta, chiarendo, fin da subito, che le società di telefonia non possono considerare il territorio di Potenza come di loro proprietà, ma un territorio attento a coniugare innovazione e salute, dove l’indirizzo dell’amministrazione comunale è prima di tutto quello di rappresentare un presidio di tutela e salvaguardia per tutti i suoi cittadini.

Non va dimenticato, poi, che un’amministrazione comunale attenta alla salute dei suoi cittadini dovrebbe, con rigore, optare sempre per soluzioni ispirate al Principio di Precauzione che può, e aggiunge il Comitato deve, essere invocato quando ad essere minacciato è lo stato di salute individuale e collettivo.

Il Principio di Precauzione, nella materia dell’elettrosmog, assume una valenza più vigorosa che in altri settori del diritto ambientale, connotandosi come vero e proprio strumento di gestione di un rischio, in assenza di certezze scientifiche.

Proprio per questo il Comune di Potenza deve, assolutamente, allontanare le minacce di danni gravi e irreversibili nei confronti dei suoi cittadini dal momento che gli effetti sulla salute di questi impianti sono poco conosciuti.

E aspetto sicuramente secondario rispetto a quello della salute, ma da non sottovalutare, è quello della ricaduta sul valore del patrimonio immobiliare, che con la presenza di un ripetitore di questo tipo, subirebbe un drastico crollo.  Danni che potrebbero portare i residenti a intraprendere azioni legali e avanzare richieste di risarcimento verso chi autorizza la messa in funzione dell’impianto.

Infine, si chiede al Comune di Potenza di ricevere informazioni puntuali e di non accettare la proposta della Tim/Inwit, ma di procedere con la trattativa coinvolgendo il Comitato nell’individuazione di una soluzione definitiva nell’interesse di tutte le parti“. 

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