In Basilicata la bellezza è sicura, la puoi toccare con mano senza avere paura. Il verde dei suoi monti è rigoglioso e lucente. Il giallo dei suoi campi è resistente e luminoso. Il blu del suo mare pulito e specchiato. Il silenzio delle sue strade è un invito al ricordo. La distanza tra i suoi borghi è solo fisica e mai disinteresse. Il pane ed il vino hanno il sapore genuino, proprio come deve essere. Le olive e le arance, le fragole e le nocciole sono frutti gentili di una terra generosa. Donne e uomini dell’arte qui hanno incontrato la bellezza e se ne sono nutriti per mettere al mondo capolavori di luce e parole. La Basilicata è la genialità e la capacità di resistenza delle sue donne, la leggerezza pulita dei bambini, la pazienza dei suoi uomini.
Vista dall’alto, ha montagne altissime e piccoli borghi immersi nel verde e nell’acqua, nella solitudine di un giorno d’estate. È una bellezza di acqua e cime, di alberi secolari e pietre come statue. Qui il mito incontra il sogno. Qui le radici sono quelle di tutti e le urgenze sono come quelle di tanti, ma il sole ed il vento che arrivano qui fanno di questo luogo un angolo eterno, poetico e bello, come lo sguardo delle sue donne. Per arrivare al suo cuore attraversi campi di grano, vigneti antichi e piante di melograno. In un luogo così il silenzio è un dovere. Nella terra dei calanchi e degli ulivi, del bel sole e del mare poco più in là, l’aria che si respira a pieni polmoni è buona e fa bene ai cuori. Li rigenera, li fortifica, li rende vivi e affamati. Qui nuove domande si aggiungono e le risposte sembrano più semplici. Nei suoi giardini verticali di case bianche e storie difficili, le vite si sommano e si difendono. Come il tesoro più importante che si ha. Come un sogno di poesia e libertà. La Basilicata è lo sciabordio delle onde, il motore delle barche, la calma delle albe d’estate, il rumore del mare d’inverno, il silenzio delle spiagge d’inverno. E’ il colore cangiante del mare, il catalogo infinito delle sue bellezze. Ma è soprattutto il bisogno di riaverla quando manca, il sogno esigente di ritornarci.
I sentieri di montagna sono i luoghi preferiti del cammino, la pasta è fatta in casa, il vino è rosso ed è buono, l’odore del pane appena sfornato è inebriante. Non c’è luogo migliore di questo dove disegnare e fortificare progetti e ambizioni, dove il tempo può diventare futuro, dove è possibile alzare gli occhi senza timore. Nelle sue strade ritorte puoi cercare l’origine, trovare l’afflato, sentire battere il cuore, farti abbracciare senza timore da strade ignote per scoprire la rugiada della mattina o la voce della contadina. Qui puoi camminare ad occhi chiusi per capire se c’è ancora il legame, il contatto dell’anima, con la natura e metterti al riparo dalla tempesta di domande, dalla pioggia di dolori, dai lampi taglienti, dal rumore dei tuoni delle città. Qui la vera meraviglia è nelle case, la bellezza è nelle persone che le abitano.
Questa terra non sfida ma accompagna. La Basilicata sa essere madre e sorella, severa e accogliente, compagna e maestra. Questa terra ce la portiamo dentro perché è il posto dell’ anima. Il luogo perfetto, ideale, sicuro. Qui le assenze trovano rimedio e la luce è quella del suo sole. A questa terra abbiamo legato il nostro seme e quello che sarà il raccolto. Ti parla, se la stai ad ascoltare. Non urla, ma sussurra. Non indica ma suggerisce. Illumina lo sguardo e l’anima. Incendia il cuore e gli occhi. Di giorni, con il sole, è un trionfo di luce riflessa e di sconvolgente bellezza. Tutti lo sanno. Tutti lo vogliono sapere. Donne e uomini di passaggio che vengono qui a stupirsi, ad incantarsi, ad ispirarsi. Tutti la vogliono ricordare, fotografare, conservare, difendere.
Umana, pare infinita.
Basilicata #luogoideale è il nuovo libro di Sergio Ragone (Universosud, 2020).