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Lavoro

Vertenza Nico Spa | Presidio dei lavoratori davanti a sede Eni

USB - Ufficio Stampa Basilicata 18 Giugno 2020
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Giovedì 18 giugno 2020 – Nella giornata odierna si è tenuto presso la Sede Eni di Viggiano, il presidio di circa 70 lavoratori della Nico SPA, che unitamente alla UILM Basilicata, hanno scioperato a causa del possibile licenziamento di 16 dipendenti, padri di famiglia, che a causa della riduzione delle attività da parte di Eni Rewind (ex Syndial) non vedranno rinnovato il proprio contratto di lavoro.

In realtà questi lavoratori, cosi come da accordo aziendale, sottoscritto dalle
parti a marzo del 2019, avrebbero dovuto essere invece stabilizzati, con
contratto a tempo indeterminato.
Per questo motivo, questa mattina tutti i lavoratori della Nico hanno
scioperato presidiando i cancelli dell’Eni per sostenere il diritto al lavoro, in
una fase, quella attuale, molto complessa della storia delle estrazioni
petrolifere in Basilicata.

Le scelte di Eni negli ultimi mesi . denuncia in una nota la Uilm Basilicata – si sono rivelate e continuano ad essere deleterie, per l’intero sistema industriale dell’intera Basilicata, perché a fronte di una filiera estrattiva immutata registriamo una pesante riduzione delle attività di manutenzione di circa il 50 – 60% che mette seriamente a rischio la tenuta sociale del territorio della Val d’Agri a causa dell’utilizzo massiccio degli
ammortizzatori sociali.



Ribadiamo: se la filiera estrattiva è immutata, se il numero dei barili è
immutato, come è possibile o come sia accettabile una riduzione delle attività?

Come è possibile – si chiedono i responsabili sindacali e i lavoratori – l’utilizzo della cassa integrazione quando dal punto di vista industriale il quadro è cambiato di poco o nulla?

Gli ammortizzatori sociali all’interno del centro oli di Viggiano – si chiede – vanno sospesi e azzerati; non vanno ridotte le attività.
Il prezzo del barile non può essere il termometro dell’occupabilità e dell’occupazione all’interno del centro oli di Viggiano, altrimenti in tempi non sospetti l’occupazione avrebbe dovuto essere quadruplicata.

È una logica di mercato e di interessi industriali messi in campo da ENI che – ribadisce la Uilm Basilicata – vanno respinti al mittente perché le mancate marginalità legate al prezzo del barile da parte di ENI non possono essere pagate dai lavoratori, attraverso
l’uso dell’ammortizzatore sociale o indirettamente attraverso extra sconti sulle
attività.
E’ chiaro poi, che una parte di quello sconto richiesto si riflette anche
sul benessere economico dei lavoratori dell’indotto ENI di Viggiano.

L’assemblea è stata partecipata anche di tanti altri lavoratori dell’Indotto Eni di
Viggiano a partire dai colleghi della Ex Caruso che ancora oggi aspettano, come
da impegni assunti, fiduciosi il rientro all’interno del Centro Oli di Viggiano.
Costoro non solo hanno perso il proprio posto di lavoro e hanno come unico
sostentamento, per adesso, la Naspi (ex Disoccupazione), ma assistono
quotidianamente al fatto che le loro attività vengono espletate, con la solita
logica dell’appalto diretto, da altre società.

Durante il presidio che ha visto l’interessamento dei Sindaci di Viggiano e
Marsicovetere e a seguito dell’ulteriore richiesta di incontro indirizzata
all’Assessore Cupparo, i lavoratori in assemblea hanno deciso di sospendere
momentaneamente lo sciopero, a fronte dell’incontro sindacale che si terrà nel
corso della prossima settimana in Regione Basilicata,
al fine di trovare una
soluzione concreta che possa garantire gli attuali livelli occupazionali
all’interno della Nico.

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