Giovedì 4 giugno 2020 – A conclusione di controlli congiunti tra l’Arma Territoriale potentina e i funzionari ispettivi dell’INPS nello settore previdenziale, sedici persone sono state denunciate perchè responsabili, in concorso tra loro, del reato di truffa aggravata ai danni dello Stato.
Gli accertamenti, conclusisi nei giorni scorsi, hanno permesso di ricostruire una fitta rete di prestazioni lavorative, fittizie o create ad arte per consentire ai beneficiari di usufruire nel breve periodo dell’indennità di disoccupazione oltre che consentirgli, ai fini pensionistici, degli illeciti ricavi futuri.
I Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Potenza e gli ispettori INPS del capoluogo hanno portato a termine degli accertamenti condotti nel periodo antecedente alla fase emergenziale del “Coronavirus”, attraverso i quali sono state deferite in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria 16 persone, residenti nella provincia, responsabili, in concorso tra loro, del reato di truffa aggravata ai danni dello Stato.
Gli investigatori hanno verificato che uno dei denunciati, del potentino, in qualità di consulente del lavoro, durante la propria ordinaria attività ispettiva nei confronti di alcune ditte operanti nel settore edile, costituiva dei fittizi rapporti di lavoro per sé e gli altri indagati.
Questo permetteva, ai soggetti interessati, di percepire la cd. “NASPI” – Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego – ricavando a vario titolo un illecito profitto nel breve periodo oltre ai prevedibili vantaggi previdenziali.
Gli sviluppi investigativi registrati, consistiti anche nell’acquisizione di vari documenti amministrativo/contabili, hanno permesso di stabilire l’esatto danno patrimoniale arrecato ai danni dello Stato, quantificato in circa 100.000 euro.
Diversi sono stati gli artifizi e i raggiri posti in essere dai soggetti coinvolti al fine di ottenere gli indebiti benefici economici a discapito dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale e, pertanto, dei contribuenti in genere.
Solo a titolo esemplificativo, in un caso è stato verificato che una donna è risultata essere stata assunta con la mansione di impiegata, al solo scopo di ricopiare a mano ed in “bella copia” alcuni preventivi di lavoro redatti dal suo pseudo-datore di lavoro, oppure, ancora, in altra circostanza, laddove sempre una donna risultava essere stata assunta come segretaria solamente per rispondere ad alcune telefonate che giungevano sul cellulare del suo datore di lavoro.
Il tutto architettato a regola d’arte per costituire dei temporanei rapporti di lavoro finalizzati unicamente alla percezione degli indebiti profitti, senza che, effettivamente, fossero avvenute prestazioni lavorative.