Sabato 23 maggio 2020 – E’ allarme dei responsabili sindacali di categoria per le conseguenze sul settore dell’automotive dell’emergenza Coronavirus.
“Con il passare dei giorni – sostengono in una nota congiunta i segretari di di FIM UILM FISMIC UGL AQCF, Lomio, Capocasale, Palumbo e Annale – diventa sempre più evidente che l’impatto dell’emergenza COVID-19 sulla filiera della metalmeccanica potrebbe far sentire in maniera pesante i suoi effetti negativi al punto da compromettere un settore nevralgico dell’economia del Paese che occupa 1.6 milioni di addetti. A Melfi e in Basilicata questa criticità è sempre più evidente e gli strumenti messi in campo, ad oggi, dal Governo risultano essere ancora insufficienti per arginare il contraccolpo causato dal COVID-19″.
La crisi che stiamo attraversando – sostengono Lomio, Capocasale, Palumbo e Annale – è molto più grave di quella affrontata negli anni 2008–2012 con le OO.SS. Fim-Cisl, Uil-Uilm, Fismic, Ugl e Aqcf, impegnate , con grande senso di responsabilità, alla tenuta del tessuto industriale regionale preservando i livelli occupazionali e le professionalità esistenti.
Nell’Automotive, unitamente ad investimenti a all’innovazione, occorre – sostengono i responsabili sindacali – celermente avere nuovi ammortizzatori sociali che consentano alle aziende e ai lavoratori di superare questo periodo di forte crisi generata dall’emergenza epidemiologica. È un percorso che le aziende dovranno affrontare con il supporto di Confindustria Basilicata così come si è verificato negli anni passati.
Il mercato 2020, dalle prime stime, registrerà drastici cali: per le sole autovetture si parla di circa 500.000 immatricolazioni in meno rispetto al 2019. Un colpo pesante per tutta la filiera dell’auto in Basilicata che rappresenta circa 15mila occupati con il Pil prodotto che incide moltissimo nell’economia regionale.
Esortiamo tutte le istituzioni, a partire dal Governo, – ribadiscono Lomio, Capocasale, Palumbo e Annale – a trovare strumenti che garantiscano gli ammortizzatori sociali in modo da traghettare la risalita produttiva e superare l’emergenza prevedendo, fra gli altri interventi, anche il sostegno al mercato attraverso incentivi per la rottamazione e l’acquisto di auto eco- compatibili, adottando un’imponente politica di incentivazione che consenta al comparto dell’automotive il rilancio della produzione e del mercato in modo da essere, ancora una volta, da traino per la ripresa dell’intero sistema economico”.
Ieri, intanto, i lavoratori sono ritornati nello stabilimento Fca di San Nicola di Melfi.
“Dalle prime segnalazioni – informano i responsabili sindacali – sembrano non registrarsi criticità, in termini di sicurezza, sia all’interno della fabbrica sia nel trasporto pubblico che interessa l’area industriale.
Le organizzazioni sindacali, tuttavia, – conclude la nota di FIM UILM FISMIC UGL AQCF – rimarranno vigili sul rispetto delle misure anti Covid-19 e non esiteranno, unitamente alle RSA e RLS, a segnalare eventuali criticità che si dovessero manifestare nei prossimi giorni e a lavorare per la loro soluzione”.