Martedì 12 maggio 2020 – 11.500 lavoratori agricoli assunti in Basilicata nei primi 4 mesi del 2020. Il 60% sono migranti.
Ecco chi sostiene la catena alimentare. I migranti sono il 60% della manodopera nei campi al tempo della pandemia.
Un motivo in più perchè, in vista della grande campagna di raccolta, si provveda alle misure di accoglienza,ai servizi e alla sicurezza.
A dirlo è Pietro Simonetti del Coordinamento Tavolo Anticaporalato/Ministero Lavoro
Proprio questo organismo, nella sua ultima riunione via web, ha monitorato la situazione relativa alle attività di raccolta dei prodotti agricoli, dell’impiego di forza lavoro, della distribuzione e dell’attuazione delle misure di contrasto al caporalato, di accoglienza finanziate con oltre 70 milioni dalla Ue nelle regioni del mezzogiorno, circa 17 in Basilicata.
Per quanto riguarda il territorio lucano – afferma Simonetti – alla data a fine aprile inizio maggio risultano assunte regolarmente circa 11,500 lavoratori agricoli,60% migranti, che operano nella raccolta ,trasformazione dei prodotti e nel settore zootecnico.
Si tratta di una quota importante di lavoratrici e lavoratori impegnati nella fase della pandemia assieme alle oltre 20.000 donne che assistono con il lavoro di cura e domiciliari gli anziani lucani.
In attesa della regolamentazione dei migranti “clandestinizzati “, con la eliminazione dei permessi umanitari e dalla chiusura degli Sprar nel 2018 e utilizzati in nero, bisogna provvedere urgentemente da parte della Regione Basilicata all’ attuazione degli interventi per l’accoglienza nelle aree del Bradano e del Metapontino in vista della raccolta del pomodoro e della frutta .
La grande campagna che inizierà nelle prossime settimane – prosegue Simonetti – ha bisogno del funzionamento delle liste di prenotazione, del trasporto, dei posti letto e servizi già finanziati dalla UE da circa 10 mesi.
Concretizzare le misure – sostiene Simonetti – è possibile dopo il lavoro delle strutture dipartimentali e dell’assistenza tecnica che hanno definito gli interventi e le bozze dei bandi.
Sulla Base delle esperienze del recente passato e delle necessarie e possibile innovazioni, la Basilicata potrà ulteriormente realizzare buone pratiche e sperimentazioni e utilizzare i finanziamenti Pon per l’area di Scanzano e del Bradano per la realizzazione dei nuovi centri che saranno operativi nei prossimi anni.
La fase transitoria – conclude Simonetti – è gestibile attuando rapidamente gli interventi finanziati e progettati da tempo”