“La decisione del Governo di rinviare al 1° giugno la riapertura di acconciatori e centri estetici non è solo inaccettabile ma del tutto incomprensibile”. Così Confartigianato Matera in una nota a firma della presidente e dirigente nazionale Rosa Gentile.
Nella nostra regione sono oltre 1.300 le imprese in buona parte artigiane, di cui 800 in provincia di Potenza e 500 in quella di Matera. Al primo posto i saloni di barbiere e le parrucchiere (un migliaio di imprese) seguiti dagli istituti di bellezza (300); l’aumento più consistente è per manicure e pedicure (più 166,7% in cinque anni). L’occupazione delle imprese artigiane dei servizi da noi rappresenta il 4,4% del totale degli occupati nell’artigianato.
“Con senso di responsabilità – sottolinea Confartigianato – abbiamo elaborato e presentato tempestive proposte dettagliate su come tornare a svolgere queste attività osservando scrupolosamente le indicazioni delle autorità sanitarie su distanziamento, dispositivi di protezione individuale pulizia, sanificazione. Proposte che penalizzano fortemente le nostre possibilità di ricavo, ma siamo consapevoli della loro necessità. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta. E ora non accettiamo che le attenzioni del Governo siano rivolte ad altri settori e si limitino ad una incomprensibile dilazione per la ripresa nostre attività, con tutto il rispetto per i musei che non scappano, che non possono essere fruiti dagli stranieri e che non rischiano il fallimento. Del resto, al 1° giugno cosa potremo fare di più rispetto ad oggi in termini di sicurezza? Si può far stare fermi, con costi continui e ricavi azzerati per gli interi mesi di marzo, aprile, maggio? No, non ci stiamo. Finora siamo stati alle regole, ma la prospettiva di un altro mese e più di fermo obbligato non l’accettiamo”. Confartigianato ha calcolato che l’effetto combinato di mancati ricavi a causa della chiusura e della concorrenza sleale degli abusivi nei mesi di marzo, aprile e maggio causerà alle imprese di acconciatura e di estetica una perdita economica di 1.078 milioni di euro, pari al 18,1% del fatturato annuo. Sarà molto difficile evitare ripercussioni sull’occupazione: i mancati ricavi mettono a rischio il lavoro di 49mila addetti del settore.
Gentile insiste sulla necessità di perseguire gli operatori irregolari che si improvvisano acconciatori senza averne i requisiti e rappresentano un pericolo per la salute delle persone ancora maggiore in questa fase di emergenza sanitaria. Secondo Confartigianato il tasso di irregolarità nei settori dell’acconciatura e dell’estetica è del 26,3%, rispetto alla media del 15,5% del lavoro irregolare nel totale delle attività economiche. La Presidente di Confartigianato ha inoltre suggerito di rendere detraibili le spese per i servizi di acconciatura e di cura della persona e ha sollecitato una rapida riapertura delle attività sospese per l’emergenza coronavirus.