Sabato 11 aprile 2020 – Dai dati della Svimez la conferma della drammatica ed inedita l’emergenza economica, produttiva ed occupazionale che accompagna quella sanitaria.
A questi dati fa riferimento il Segretario Generale della Uil Basilicata, Vincenzo Tortorelli (nella foto di copertina) che entra nel merito sciorinando cifre.
“ll lockdown – afferma Tortorelli – riguarda 35.900 lavoratori dipendenti in Basilicata a cui aggiungere 43.700 lavoratori autonomi. La quota di valore aggiunto interessata dal lockdown è del 35.3%. Il blocco delle attività costa in Basilicata 327 milioni al mese, pari a 579 euro pro-capite. La perdita di fatturato per mese di inattività dei lavoratori autonomi consiste in 12MILA euro, con una perdita di reddito operativo (EBITDA) di circa 2MILA EURO per mese di lockdown. Sono i dati più allarmanti degli effetti da Coronavirus secondo uno studio realizzato dallo Svimez. Drammatica ed inedita l’emergenza economica, produttiva ed occupazionale che accompagna quella sanitaria.
Dal report – aggiunge il Segretario Generale della Uil di Baislicata – emergono in particolare tre elementi:
l’emergenza sanitaria colpisce più il Nord, ma gli impatti sociali ed economici “uniscono” il Paese;
il Sud rischia di accusare una maggiore debolezza rispetto al Centro-Nord nella fase della ripresa, perché sconta inevitabilmente la precedente lunga crisi, prima recessiva, poi di sostanziale stagnazione;
occorre completare il pacchetto di interventi governativi per compensare gli effetti della crisi sui soggetti più deboli, lavoratori non tutelati, famiglie a rischio povertà e micro imprese”.
Altri elementi di riflessione per Tortorelli.
“Al Nord l’impatto sull’occupazione dipendente risulta più intenso che nel Mezzogiorno (36,7% contro il 31,4%) per l’effetto della concentrazione territoriale di aziende di maggiore dimensione e solidità; la struttura più fragile e parcellizzata dell’occupazione meridionale si è tradotta in un lockdown a maggiore impatto sugli occupati indipendenti (42,7% rispetto al 41,3% del Centro e del Nord).
Per queste ragioni – dice il segretario della Uil – valutiamo con grande attenzione le misure messe in campo o annunciate a livello nazionale e regionale.
Ci vuole una risposta straordinaria e robusta a livello locale nella crisi da Covid-19 per sostenere le esigenze di famiglie e cittadini e quelle delle imprese.
Nel Mezzogiorno e nella nostra regione il ‘cosa fare’ per risalire la china richiederà – sostiene Tortorelli – verosimilmente più fatica, più affanno e più malessere e marginalità sociale.
È intorno a queste valutazioni che si snoda la nostra idea-proposta di Fondo regionale di investimento sociale che può essere un ottimo strumento moltiplicativo di risorse e di reddito per gettare le basi sul dopo emergenza, la nostra idea-proposta di Fondo mutualistico che ha proprio la caratteristica di strumento finanziario a diretta emanazione regionale, con l’ausilio ed il sostegno dei soggetti legati alla rappresentanza sociale ed imprenditoriale.
Pensiamo ad un fondo mutualistico di 200 milioni di euro, un prestito delle compagnie petrolifere da restituire a partire dal 2022 per la durata delle concessioni petrolifere al netto di quello che devono dare per le royalties, l’Ires, la fiscalità statale.
Tre le gambe del Fondo per investimenti sociali che si propone:
1) la necessaria liquidità delle imprese e degli autonomi;
2) i bisogni urgenti e nuovi delle famiglie specie dei giovani e degli anziani colpite da Covid-19;
3) il terzo settore ed un nuovo modello socio-sanitario come sistema di protezione comunitaria, tutto da inventare finanziando strutture non in base ad una faticosa selezione di progetti, ma verso le organizzazioni con requisiti minimi di continuità, di esperienza, di radicamento nei territori .