Giovedì 9 aprile 2020 – Solidarietà di Libera agli organi di stampa di Basilicata. Lo fa con una nota nella quale si fa riferimento a quanto accaduto in Cina.
“Si chiamava Li Wenliang, era il medico che per primo si accorse quale pericolo costituiva per l’umanità il nuovo Coronavirus e lanciò l’allarme. Ed invece fu fermato dalla polizia, minacciato, screditato dalle autorità e infine arrestato. Alla fine però neanche lui ce l’ha fatta e si è arreso alla spietatezza di questa invisibile malattia.
Tutto questo è accaduto nella Cina dei diritti umani vissuti come un optional e di una libertà di pensiero e di espressione che è più che una chimera.
Non può e non deve accadere invece che – si afferma nella nota – simili pratiche si realizzino anche qui, nel nostro Paese e nella nostra regione.
È intollerabile e inaccettabile che il direttore Generale del San Carlo annunci querele a quattro testate lucane per il lavoro di informazione che stanno prestando in questi giorni, perché se c’è un diritto che non può mai essere leso è il diritto a capire e ad approfondire quello che ci accade intorno.
E se si chiede di capire, soprattutto in un momento particolare come quello che stiamo vivendo e dinanzi all’immane lutto che ci circonda, come si sta gestendo questa emergenza sanitaria, dall’altra parte ci si deve sentire in dovere di chiarire ogni cosa il più possibile, perché ogni dubbio venga fugato e perché tutti noi ci si senta un po’ più rassicurati dinanzi ad un’epidemia che invece sta minando ogni certezza.
La trasparenza e la chiarezza sulla gestione di quest’emergenza che non si limiti solo a dichiarazioni di circostanza o peggio ancora a gettare la croce sui tanti medici e infermieri che si stanno spezzando la schiena in quei reparti ospedalieri così carichi di sofferenza: le chiedono tutti i cittadini lucani, e di questa pressante richiesta si stanno facendo portatori gli organi dell’informazione, ai quali va la nostra vicinanza e il nostro incoraggiamento nel difficile lavoro che stanno portando avanti.
E la nostra solidarietà, dunque, all’Ordine regionale dei giornalisti e all’Associazione della Stampa di Basilicata.
Chiunque vuole denunciare gli organi di informazione della nostra regione sappia allora – conclude la nota di Libera – che, per lo stesso motivo dovrà denunciare anche noi”.