Martedì 7 aprile 2020 – Calo sensibile dei nuovi malati per coronavirus. “Oggi – ha detto il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli in conferenza stampa – si registra una crescita di soli 880 pazienti rispetto a ieri. E’ l’incremento più basso registrato dal 10 marzo. Il dato relativo ai guariti nelle ultime 24 ore – 1.555 persone – è il secondo incremento più alto da inizio emergenza”.
Sono complessivamente 94.067 i malati in Italia, con un incremento rispetto a ieri di 880, vale a dire meno della metà dell’incremento di lunedì quando erano stati 1.941. Il numero complessivo dei contagiati – comprese le vittime e i guariti – è di 135.586.
Sono 3.792 i pazienti nei reparti di terapia intensiva, 106 in meno rispetto a ieri. Di questi, 1.305 sono in Lombardia. Dei 94.067 malati complessivi, 28.718 sono poi ricoverati con sintomi – 258 in meno rispetto a ieri – e 61.557 sono quelli in isolamento domiciliare.
Sono 17.127 le vittime dopo aver contratto il coronavirus in Italia, con un aumento rispetto a ieri di 604. Lunedì l’aumento era stato di 636. Sono 3.792 i pazienti nei reparti di terapia intensiva, 106 in meno rispetto a ieri. Di questi, 1.305 sono in Lombardia. Dei 94.067 malati complessivi, 28.718 sono poi ricoverati con sintomi – 258 in meno rispetto a ieri – e 61.557 sono quelli in isolamento domiciliare. Sono 24.392 le persone guarite in Italia dopo aver contratto il coronavirus, 1.555 in più di ieri. Il dato è stato reso noto dalla Protezione Civile. Ieri l’aumento dei guariti era stato di 1.022.
“Finalmente – commenta Giovanni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Iss Giovanni Rezza – sembra che si inizi a vedere una diminuzione di nuovi casi: nella curva epidemica, dopo una fase di plateau, sembra esserci una discesa, la curva tende a flettere in basso. Ma aspettiamo domani o dopodomani prima di tirare un sospiro di sollievo. Speriamo di assistere ad una flessione, ma bisogna sempre tenere a mente che il virus resterà nella popolazione, non è che arriviamo a zero tra una settimana o un mese e allora tana libera tutti. Bisognerà ingaggiare con il virus una dura lotta”.
“Dobbiamo mantenere rigorosamente tutte le misure di distanziamento sociale – ha aggiunto – perché ogni rilassamento può significare una ripresa della circolazione. C’è incertezza ed è bene ammetterlo, le conoscenze sono cresciute moltissimo sul coronavirus, ma ci sono ancora carenze informative. Una è sul periodo durante il quale una persona resta contagiosa. Nella maggior parte dei casi 14 giorni dalla comparsa dei sintomi e con doppio tampone negativo può essere rimessa in società, distanziata socialmente dagli altri. Possono esserci casi eccezionali, una persona che resta positiva per più tempo oltre le due settimane. I casi di ritorno dell’infezione sono eccezionali. Non sappiamo se chi resta a lungo positivo è ancora contagioso e quanto è contagioso“.