Giovedì, 1 aprile 2020 – Oggi ci troviamo di fronte ad un momento non facile per il nostro paese, ma ce la faremo.
Ma quando sarà finita questa emergenza, bisognerà soffermarsi sulla sanità: ci sono stati troppi ritardi.
Ancora oggi noi, persone con disabilità, siamo costretti spesso ad andare fuori regione per curarci, per vivere con un respiratore polmonare.
Mi preoccupa quanto detto da un medico, secondo il quale mancavano questi respiratori e che bisogna anche saperli usare.
Mi voglio ricollegare ad una lettera scritta da una persona con disabilità della mia stessa regione che ha scritto al presidente del consiglio Conte (VEDI https://www.ufficiostampabasilicata.it/attualita/il-signor-vincenzo-disabile-scrive-al-presidente-conte/).
Il nostro paese ha davvero valide leggi sulla disabilità, ma spesso non vengono applicate sia per la burocrazia, sia perché a volte mancano delle competenze specifiche.
Vivere oggi con una disabilità non dico che sia impossibile, ma è complicato perché bisogna sempre lottare per poter vedersi riconosciuti i propri diritti.
Perché bisogna lottare per vivere? Noi abbiamo diritto a vivere e non sopravvivere. La vita è una cosa inestimabile e va tutelata.
In questo momento non vanno lasciate sole le persone con disabilità, nessuna persona va lasciata sola.
“Una condizione dovuta alla sua disabilità che, quantunque si possa vivere con dignità, alla lunga diventa insopportabile. Non solo per la malattia in sé ma – altra denuncia del signor Vincenzo – anche e, in molti casi soprattutto, per le lungaggini burocratiche che rallentano, a volte vanificano, i provvedimenti che pure vengono adottati a favore di chi ha una disabilità.“
Dobbiamo lottare sempre per i nostri diritti senza mollare, perché dopo la notte ci sarà sempre l’alba. Oltre la disabilità oltre i limiti.
Stefano Mele