Sergio Ragone ha dato alle stampe un nuovo libro, diverso dai suoi precedenti, e che manifesta piacevolmente le doti narrative del giornalista e scrittore lucano. “Una mancanza perfetta”, questo il titolo dell’opera pubblicata per i tipi della Hermaion, è il primo romanzo scritto da Ragone, un’opera che racconta una generazione, il tempo e le sue geografie. Una storia ambientata tra il 2006 ed il 2017, che attraversa le tappe più importanti della vita dei due protagonisti, Laura e Luca, legati da un sentimento sottile ma resistente. Potenza, Milano, Roma, Matera e Napoli le città teatro di questo sentimento, racchiuso in tante lettere d’amore. “Una mancanza perfetta” è un romanzo che parla di sentimenti liquidi in un tempo complicato che amplifica le percezioni, le narrazioni delle singole vite, ma ne esalta le solitudini come unica cifra possibile dell’esistenza. Nel libro è possibile leggere uno spaccato autentico ed originale della vita degli under 40 italiani, schiacciati tra ambizioni di carriera e paure sentimentali.
La storia di Laura e Luca è una fotografia calda e traslucida delle relazioni umane dei nostri tempi, tra sentimenti percepiti e mai realmente vissuti e solo raccontati. La precarietà del lavoro come metafora esistenziale, la vita lontano da casa come unica via possibile per affermare il proprio talento. Nelle pieghe delle lettere dei due protagonisti un sentimento di appartenenza reciproco, fatto di ricordi, illusioni e un bisogno di tenere salde le proprie origini come ferme radici di alberi scossi dal vento. La mancanza perfetta è l’attesa, un tempo sospeso in cui tutto è possibile e che i due protagonisti scelgono per non spegnere la luce calda del loro amore, fino a quando Luca non deciderà di dare una svolta alla sua vita e a quella di Laura.
Come Scrive Francesco Cosenza, poeta e giornalista, nella prefazione del libro, “ci sono gli elementi universali di una generazione, sfogliati, trasferiti e scelti nei linguaggi in fila, come birre scivolate su un bancone, pronte a riempire mani e sere per cercare di vestire un nome in cammino a sfiorare altri nomi. Respirano, nelle descrizioni del libro atmosfere, ponti immaginati come sogni, diversi ed uguali a formare un volto, a riempire un vuoto. C’è poi il tempo che l’autore spoglia e consegna nudo, esposto ai venti, alle carezze e ai dolori. È così il mondo di Sergio Ragone, che gira in macchina per aspettare uno squillo come una carezza in un saluto che racconta e scrive, apre, chiude e disegna. Conta i passi nei viaggi verso città, sessioni di esami in gioco, poggiate sullo sfondo di un sogno altro suo, di tutti. C’è il calcio che si mischia alle note, una poesia di Calvino nella luce di una mail attesa, tra la finestra di casa e la Spagna. C’è un paese che scorre in un blog, come un’autostrada percorsa di notte, a contare le stelle e le labbra, di una ragazza al finestrino, che scrive le emozioni e le paure, quelle dell’autore che diventano nostre. C’è un tessuto umano di reti, amici e sere, giorni a inseguire i giorni. C’è Milano e poi Roma, c’è via Torraca, a Potenza, ci sono valigie nei treni e sentieri. Tutto questo, è il quello che basta, per bere un bicchiere di cielo capovolto su chi, come Sergio Ragone, ha il coraggio delle parole, scritte in alto, dentro la pelle”.