Omaggio istituzionale oggi durante i lavori del Consiglio Regionale per ricordare insieme il “Giorno della memoria”, tese a richiamare l’attenzione su quanto sia importante alimentare sempre il desiderio di comprensione, l’assoluta virtù della mente, per prendere le distanze dal male.
Per il Presidente del Consiglio Regionale, Carmine Cicala, “il 27 gennaio del 1945, giorno in cui vengono abbattuti i cancelli di Auschwitz, il più grande campo di concentramento, è diventato il simbolo di orrori e inaudite violenze che hanno interessato la storia più buia del nostro continente. Sono passati 75 anni da quel giorno ma in noi – ha detto – è ancora vivo un peso immane e lo sgomento di quella sofisticata macchina di morte che l’uomo architettò per sterminare 17 milioni di persone, tra cui 6 milioni di ebrei europei.
Noi tutti abbiamo il diritto e il dovere di conoscere queste pagine dolorose della storia dell’Europa, perché non si ripetano più barbarie e orrori simili. Nessuno di noi si può sentire estraneo a questi fatti. La testimonianza, le storie e la memoria devono continuare a essere trasmesse e commemorate. I nostri ragazzi devono sapere, conoscere e indagare attraverso progetti scolastici, all’interno del nucleo famigliare, attraverso esperienze di lettura, perché senza memoria viene meno il diritto di scegliere e si diventa schiavi e non cittadini”.
“Il mio invito – ha affermato il Presidente del Consiglio regionale – è di riflettere non sui colpevoli ma sul problema, sulla crisi dei valori e sul relativismo che sta affrontando la società moderna. Non saper distinguere il bene dal male crea mostri e spegne le coscienze. Gli atti di intolleranza verbali e fisici infatti, violano la dignità umana, feriscono l’intera società e comprimono i valori quali la convivenza e la libertà di tutti. Le Istituzioni hanno il dovere di dare risposte di legalità ma allo stesso tempo promuovere con più efficacia i diritti fondamentali di uguaglianza e rispetto reciproco. La nostra responsabilità, quella degli educatori, delle famiglie e dell’intera società solidale è di incentivare l’accettazione dell’altro e farne coglierne il valore”.
Idea portante del messaggio di Cicala quella di tramandare la memoria e favorire la speranza attraverso la cultura, l’incontro e la reciproca conoscenza. Abbiamo il dovere di ricordare una pagina buia della storia ma non possiamo far cadere nell’oblio come vinse l’amore. Oltre ai tanti ebrei che tra di loro dimostrarono gesti di grande aiuto e carità, vorrei anche citare i 20.000 ‘Giusti tra le nazioni’, i non ebrei che hanno rischiato la propria vita anche per salvare un solo ebreo dal genocidio. Le loro storie ci esortano alla pace e scuotono le nostre coscienze”.
A conclusione dell’intervento il riferimento alla Costituzione italiana. “La nostra Carta Costituzionale nasce dopo la seconda Guerra Mondiale – ha precisato Cicala – dopo la Shoah e sancisce i principi fondamentali, garantendo la democrazia. Ci indica la via della tolleranza, della libertà, dei diritti e dei doveri per una convivenza pacifica tra i cittadini che hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Il mio impegno verso i giovani – ha detto Cicala – è animato da questi motivi, riavvicinarli alle Istituzioni, alla legalità, all’educazione civica e a quei valori che l’Italia, nel cuore dell’antica Europa, ha saputo riconoscere dopo aver vissuto grandi fallimenti, guerre, atti di violenza e intolleranza. Da queste ceneri nasce la Costituzione italiana, il faro che illumina il nostro cammino”.
Subito dopo l’intervento del presidente del Consiglio, l’attore e regista Dino Becagli ha interpretato la poesia “La farfalla” di Pavel Friedmann, un ragazzo deportato a Terezin, in un ghetto ebraico della Repubblica Ceca e poi morto nel campo di sterminio di Auschwitz, un brano tratto dal racconto che Shlomo Venezia, ebreo di Salonicco di nazionalità italiana, scomparso all’età di 89 anni, ha fatto agli studenti della Provincia di Potenza in occasione del viaggio della memoria nel 2011 ai campi di sterminio di Birkenau e di Auschwitz e, in ultimo, la poesia Shemà, il testo di 23 versi liberi che fa da apertura all’opera di Primo Levi “Se questo è un uomo”.
Dalle poesie alla musica con la performance di Giuseppe Loisi, studente del Conservatorio Gesualdo da Venosa di Potenza che ha interpretato con la tromba il brano “Il silenzio”.