Al termine di due diverse ma collegate attività d’ indagine, le forze dell’ordine coordinate dalla Procura della repubblica di Potenza, hanno eseguito due misure cautelari degli arresti domiciliari nei confronti dell’ex dirigente della Corte di Appello di Potenza, Di Gioia Pasquale Vincenzo e nei confronti di dell’assistente giudiziario Giangrande Claudio.
Ai Di Gioia vengono contestati i reati di peculato aggravato e continuato di somme di denaro di cui aveva la disponibilità in ragione della sua funzione pubblica per oltre 70.000 €, mentre al Giangrande il reato di favoreggiamento personale nei confronti dell’avvocato Raffaele De Bonis e peculato aggravato e continuato di marche da bollo per migliaia di euro di cui lo stesso aveva la disponibilità in funzione del ruolo ricoperto presso la sezione civile della Corte d’Appello del Tribunale del capoluogo.
Le indagini relativamente alla posizione del Di Gioia hanno tratto origine da una segnalazione proveniente proprio dalla presidenza della Corte d’Appello che aveva rivelato gravi irregolarità ed ammanchi nella gestione del denaro che doveva essere utilizzato per il pagamento delle notifiche.
Come anticipato invece, per quel che concerne la posizione del Giangrande, la sua condotta illecita emergeva dalle indagini svolte a carico dell’avvocato De Bonis, attualmente in arresto per corruzione ed altri gravi reati. Secondo gli inquirenti il Giagrande, persona legata all’avvocato De Bonis, dovrà rispondere di favoreggiamento per aver bonificato lo studio del De Bonis durante le indagini che lo interessavano alla ricerca di micropsie, altresì per aver omesso di ritirare marche da bollo in procedimento che vedevano come parti persone patrocinate dal De Bonis stesso.
Inoltre emergeva che in alcune ipotesi il Giangrande si prestava a sostituire alcune pagine dai fascicoli processuali secondo le necessità del De Bonis.