Prof.ssa D’Amato, che cos’è MaterArmoniae – Suoni di Pietra?
MaterArmoniae – Suoni di Pietra è un progetto che ho personalmente ideato per Ateneo Musica Basilicata e candidato per Fondazione Matera 2019. Questa idea progettuale musicale segue la natura particolare di un concerto che era stato già proposto da parte dell’Associazione, dove i protagonisti erano gli archi, strumenti musicali classici per antonomasia, insieme agli strumenti della tradizione. L’idea portante di MaterArmoniae – Suoni di Pietra è quella di provare principalmente a proporre e valorizzare il grandissimo patrimonio musicale popolare ed organologico, si pensi ai particolari strumenti come la zampogna, la ciaramella, l’arpa viggianese e l’organetto, e provare ad affidare una rilettura in chiave contemporanea di questo meraviglioso repertorio a dei giovani compositori provenienti da tutta Europa.
Grazie ad un workshop di dieci giorni, guidati dai Maestri Ambrogio Sparagna e Gianvincenzo Cresta, sono stati ospitati sette compositori, italiani ed europei, che hanno lavorato e visitato le nostre terre e i nostri contesti dove nasce la musica popolare, soprattutto in determinate ricorrenze e festività come ad esempio il Maggio di Accettura.
Il patrimonio musicale locale è stato poi rielaborato, da questi sette artisti, in nuove composizioni. Il loro compito era appunto questo, restituirci delle composizioni contemporanee che contenessero spunti, melodie, ispirate alla nostra terra e alla nostra musica, che sono state realizzate nel secondo laboratorio tenutosi a Venosa lo scorso settembre.
Ora, siamo agli eventi finali, dove proporremo una meravigliosa narrazione sonora in chiave contemporanea di questo progetto a Matera e a Potenza.
Il vostro progetto si è rivolto anche ad un pubblico più giovane, i ragazzi delle scuole.
Sì, abbiamo fatto due Matinée, al Liceo W. Gropius di Potenza e al’I.C. Minozzi – Festa di Matera, con un pubblico di circa trecento ragazzi per istituto, molto attenti e incuriositi da questo particolare esperimento, che vedeva questa combinazione di musica classica, musica popolare e musica contemporanea, realizzato dall’orchestra composta da più di trenta elementi tra archi e tutti gli strumenti popolari, con la bellissima voce di Caterina Potrandolfo, il tutto diretto in maniera impeccabile dal grande Maestro Carlo Goldstein.
Soddisfatta del vostro risultato?
Sì, molta soddisfazione perché il risultato è la realizzazione di un bellissimo progetto musicale di alto profilo, che meriterebbe di essere replicato e diffuso per la sua unicità e il suo significato.
Maestro Sparagna, come considera la sua esperienza di MaterArmoniae- Suoni di Pietra?
È stata una bellissima ed unica esperienza, di realtà europee che si sono incontrate. Gli artisti, giovani compositori hanno conosciuto i contesti lucani, la musica, i luoghi, i sapori e i colori della Basilicata ed hanno poi realizzato delle nuove composizioni, tutte diverse, partendo dalle sensazioni che questa regione ha dato loro. Quello che mi preme sottolineare è che una parte di Europa, della nuova musica europea, dei giovani compositori, è arrivata qui ed ha scoperto un amore per il territorio lucano straordinario, partendo dalla radice più autentica della storia di questa regione.
Maestro Carlo Goldstein, che cos’è stato Suoni di Pietra per lei?
Suoni di Pietra è stato per me un bellissimo percorso che è riuscito a coniugare la musica contemporanea dei nostri giorni con le antiche tradizioni di un territorio così particolare come quello della Basilicata. Sono state messe insieme energie provenienti da aree diverse ed hanno raccolto questa esperienza forgiando ognuno il proprio pezzo mischiandoli con le loro tradizioni, spagnole, portoghesi, slave e altre regioni italiane. Un percorso questo di Suoni di Pietra molto ricco, si è realizzata una celebrazione viva, non di celebrazione museale, piegandola ed adattandola al contemporaneo. Anche i giovani, i ragazzi delle scuole, hanno partecipato attivamente, questo a dimostrazione che sono portati a tutto ciò che porta suggestione, apertura di sguardo ed hanno quando non sanno, intuiscono, sanno camminarci dentro con curiosità e passione. È così che si dovrebbe fare in ogni ambito, la musica è incontro ed è questo il vero significato di fare musica, incontrare ed incontrarsi.