Il sindaco di Tito Graziano Scavone ha firmato, nella mattinata del 20 novembre, l’ordinanza di chiusura e sgombero dell’immobile comunale ex municipio sito in via Umberto I, dove si trovano gli uffici della Polizia locale, dei Carabinieri forestali e la sede di alcune associazioni locali, poiché non sussistono le condizioni di staticità dell’edificio. Lo stato di potenziale pericolosità in cui versa la struttura è l’esito di un’indagine sismica, propedeutica agli interventi di miglioramento sismico in corso di progettazione.
“Trovandoci in una zona ad elevato rischio, sin dall’inizio del nostro primo mandato abbiamo voluto condurre su tutto il patrimonio immobiliare pubblico, in particolare sulle scuole, indagini di vulnerabilità sismica che ci consentissero di conoscere preventivamente lo stato di salute dei fabbricati in cui sono ospitati servizi pubblici aperti ai cittadini”, sottolinea il sindaco Scavone. “Questo approccio metodologico ci ha consentito di operare interventi di messa in sicurezza ed evitare le situazioni emergenziali, come successo per lo stabile in questione, che possono arrecare pericolo alla incolumità pubblica e privata”.
È stato altresì chiuso il passaggio pedonale che costeggia l’immobile e sbocca in via Fontanelle, ma le aree limitrofe non sono state inibite poiché non sono interessate da particolari situazioni di dissesto, così come risulta dalle relazioni tecniche consegnate all’ente. L’area pericolosa è stata delimitata da un’apposita recinzione.
Gli uffici della Polizia locale verranno adesso ricollocati all’interno del Municipio, mentre quelli dei Carabinieri forestali verranno sistemati presso la sede del Comando regionale di contrada Bucaletto a Potenza intanto che, in un apposito incontro con la Prefettura già richiesto dal sindaco, verranno definite soluzioni alternative per conservare il presidio a Tito.
“Attendiamo la consegna del progetto di miglioramento sismico, prevista per i primi mesi del prossimo anno, per verificare la sostenibilità finanziaria degli interventi necessari a restituire alle funzioni pubbliche l’edificio”, conclude il sindaco.