Stato di agitazione del personale della Polizia Locale del Comune di Potenza. E’ stato deciso a conclusione di un’assemblea nel corso della quale è stata contestata la decisione dell’Amministrazione comunale di istituire in via sperimentale il terzo turno.
Con una nota congiunta i segretari Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Giuliana Pia Scarano, Giovanni Sarli e Giuseppe Verrastro stigmatizzano il metodo utilizzato: una scelta ventilata dall’amministrazione come scelta strategica per garantire la sicurezza in città, o meglio nel centro storico, viene adottata con una mera determinazione dirigenziale senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali che rappresentano i lavoratori interessati dalle misure e contestualmente gli interessi dei cittadini del nostro capoluogo.
“Prima ancora di entrare nel merito delle prerogative sindacali contrattualmente previste e che sono state palesemente lese da una determina trasmessa ai sindacati per “opportuno garbo istituzionale”, riteniamo inaccettabile – sostengono Scarano, Sarli e Verrastro – il metodo adottato in quanto siamo convinti che intelligenza istituzionale e politica avrebbero dovuto indurre il Sindaco della città e la comandante della Polizia locale a un confronto serio sulla misura del terzo turno, sui suoi obiettivi e sulla reale perseguibilità.
Tutto ciò è mancato ed è stato sostituito da una misura quasi d’imperio, generando caos e disorientamento tra i lavoratori della polizia locale. Tali prerogative sono quelle sancite dagli articoli 5 e 7 del contratto collettivo nazionale del lavoro 2016/2018 che espressamente prevedono tra le materie oggetto di confronto l’articolazione dell’orario di lavoro e la contrattazione integrativa dei turni, nonché i turni notturni. Per questo procederemo all’impugnazione per attività antisindacale del predetto provvedimento, affermano Scarano, Sarli e Verrastro.
Senza tralasciare che ad una normale richiesta di incontro urgente da parte delle organizzazioni sindacali sono seguite riunioni della stessa Comandante con i lavoratori, quasi a disconoscere e svilire il ruolo della rappresentanza sindacale e a generare un clima di timore reverenziale che sopisse le legittime istanze dei lavoratori stessi. Per non parlare delle difficoltà nell’avere la disponibilità di locali idonei per lo svolgimento del diritto di assemblea, di cui abbiamo avuto notizia solo poche ore prima dell’inizio dell’assemblea stessa.
Già solo questo basterebbe per delineare il clima che ormai si respira nel corpo della polizia locale.
Entrando nel merito del provvedimento ciò che colpisce è l’utilizzo della terminologia usata, si parla di bande di “delinquenti” e di “una delinquenza diffusa che fa diminuire la percezione della sicurezza urbana” e il solo fatto che ciò venga lamentato vede come conseguenza diretta la necessità di istituire il citato servizio .
Queste le premesse sulla base delle quali si istituisce il terzo turno, dimenticando che la questione attiene “in modo prevalente all’ordine e alla sicurezza pubblica e alla tutela dell’incolumità privata”, competenze queste che attengono alle forze di sicurezza dello Stato e non alla polizia locale.
Sconfessando le premesse alle quali è ancorata la determina, nel pomeriggio di ieri, a ridosso dell’assemblea, è stata diramata a tutto il personale della Polizia locale una nota operativa con la quale si chiarisce che i controlli debbano essere limitati alla verifica della viabilità e della regolare sosta dei veicoli, circoscrivendo l’attività a una specificata area urbana e che si tratta di un servizio “mirato” per cui lo stesso piantone dovrà comunicare con le sole pattuglie impiegate in viabilità nel centro storico.
Insomma, una gran confusione: da un lato si delineano delle premesse catastrofiche, dall’altro si riduce il tutto a misure di viabilità non rispondendo alle dichiarate esigenze in termini di sicurezza dietro le quali si vuol far passare la necessità di istituire il terzo turno.
Per tutti questi motivi l’assemblea ha detto senza se e senza ma “no” all’istituzione del terzo turno che alle condizioni date si trasformerebbe in una misura fortemente lesiva della condizione di benessere fisico e psicologico, ma più in generale dell’incolumità personale, dei lavoratori.
Su tale situazione non si può semplificare, non si possono chiedere sacrifici sebbene limitati nel tempo, non si può dar luogo a nessuna “sperimentazione” su tale materia perché non ci sono le condizioni né i presupposti per poter fare il cosiddetto terzo turno senza assumersi gravi responsabilità rispetto ai rischi che esso comporta.
Per questo, nel proclamare lo stato di agitazione del personale della polizia locale – concludono Scarano, Sarli e Verrastro – chiediamo la revoca immediata, previa sospensione, della determinazione 163 e chiediamo un incontro urgente al Prefetto di Potenza congiuntamente all’amministrazione comunale.