Accesso vietato a disabili e turisti, nessun servizio di pulizie e nessun contratto di affidamento per la gestione degli impianti di riscaldamento.
Giuzio: “Ci toccherà sperare che l’estate continui ancora a lungo”.
POTENZA – “Questo il modus operandi di questa amministrazione. Un bellissimo edificio come il Palazzo della Cultura, conosciuto come Palazzo D’Errico, non è utilizzabile al 100% da tutti i cittadini. Indovinate chi sono gli esclusi? I disabili. In caso di evento ai piani superiori non è possibile accedervi perché gli ascensori (costati non poco alle casse del Comune) benchè funzionanti non sono fruibili. Ma c’è altro”.
Lo affermano i capigruppo in Consiglio comunale di “Città Giardino”, Pierluigi Smaldone, e di “Basilicata Possibile”, Francesco Giuzio.
“Non vi è un servizio di pulizie concordato. Una tantum è l’Acta che si presta alle pulizie”.
“Ieri sera – continuano Giuzio e Smaldone – vi è stata una presentazione alle ore 18.00 ed ecco come abbiamo trovato la sala conferenze questa mattina, alle 11:00, quando con la V commissione consiliare ci siamo recati in visita al Palazzo della Cultura. Bottigliette d’acqua e bicchieri (tutto rigorosamente in plastica), fazzoletti, volantini, sedie in disordine, tavoli che iniziano a perdere pezzi. Vi risparmio le immagini dei bagni, che ovviamente non sono stati puliti da nessuno. Purtroppo il personale, a cui va un plauso nel mettersi a disposizione per provare a sopperire alle mancanze dell’amministrazione (spesso sono loro a effettuare pulizie e a mettere in ordine) non parla lingue straniere. Non vi è ancora contratto per quanto di affidamento per la gestione degli impianti di riscaldamento. Ci toccherà sperare che l’estate continui ancora a lungo… Quindi l’ufficio turismo non potrebbe dare informazioni a un turista che non parla italiano.
Soprassiedo sulle scrivanie e sui cartelloni sistemati alla rinfusa all’intero del Palazzo della Cultura”.
“Speriamo che l’amministrazione comunale impari che non ci si pavoneggia di aver aperto un importante polo culturale senza averlo reso perfettamente e pienamente funzionante – concludono – La politica dell’apparire e le passerelle mediatiche non hanno vita lunga. Come le bugie, hanno gambe corte”.