Ogni anno le famiglie italiane versano circa 200 milioni di euro di contributi scolastici.
Molte sono le già segnalazioni pervenute anche quest’anno all’Adoc di Basilicata sullo specifico problema, un malcostume ormai diventato prassi nelle nostre scuole.
“Dalle famiglie si esigono somme che vanno dai 20-30 euro alle scuole medie, più consistenti alle superiori, addirittura 50 € alle scuole dell’infanzia senza però specificare che si tratta di un’erogazione liberale”.
A tal proposito, preliminarmente, si deve precisare che il comma 622 della legge finanziaria 2006, la n.296, intervenendo nuovamente sul tema dell’obbligo di istruzione ha, tra l’altro, stabilito che: “..il regime di gratuità …”dello stesso.
Le tasse obbligatorie sono altre e ben riconoscibili perché ‘intestate’ all’Agenzia delle Entrate e mai alla scuola.
Le famiglie che vogliono contribuire (certe scuole sono effettivamente a corto di risorse) possono senz’altro farlo ma devono ricevere informazioni specifiche in merito all’utilizzo del versamento e devono sapere che tale contributo (letteralmente ‘erogazione liberale’) è detraibile nella dichiarazione dei redditi.
Anche il sito del Ministero ha preso ufficialmente posizione al riguardo specificando la obbligatorietà e la gratuita dell’istruzione obbligatoria scrivendo che non è consentito richiedere alle famiglie contributi obbligatori per lo svolgimento delle attività curriculari e connesse all’obbligo scolastico ( fotocopie, materiale didattico o altro)!
“Il diritto allo studio è intoccabile e prescinde dal versamento del contributo volontario.”
Del resto lo stesso MIUR precisa:
Tasse e contributi – E’ opportuno attuare una distinzione tra le tasse scolastiche erariali, obbligatorie nell’ultimo biennio delle scuole secondarie superiori (dopo il compimento del sedicesimo anno di età e il conseguente assolvimento dell’obbligo scolastico) e contributi, scolastici, di natura volontaria e destinati all’arricchimento dell’offerta culturale e formativa degli alunni. Le tasse scolastiche erariali possono essere versate, precisando la causale, sul c.c.p. n. 1016 intestato all’Agenzia delle Entrate, utilizzando i bollettini disponibili presso gli uffici postali oppure attraverso bonifico bancario.
Contributo scolastico – In ragione dei principi di obbligatorietà e di gratuità, non è consentito richiedere alle famiglie contributi obbligatori di qualsiasi genere o natura per l’espletamento delle attività curriculari e di quelle connesse all’assolvimento dell’obbligo scolastico (fotocopie, materiale didattico o altro), fatti salvi i rimborsi delle spese sostenute per conto delle famiglie medesime (quali ad es: assicurazione individuale degli studenti per RC e infortuni, libretto delle assenze, gite scolastiche, etc.). Eventuali contributi possono dunque essere richiesti solo ed esclusivamente quali contribuzioni volontarie con cui le famiglie, con spirito collaborativo e nella massima trasparenza, partecipano al miglioramento e all’ampliamento dell’offerta formativa degli alunni, per raggiungere livelli qualitativi più elevati. E’ pertanto illegittimo, e si configura come una violazione del dovere d’ufficio, subordinare l’iscrizione degli alunni al preventivo versamento del contributo.
I contributi scolastici sono deliberati dai Consigli di Istituto.
Qualora i cittadini volessero approfondire tale argomento possono segnalarci i casi per chiedere l’intervento all’Antitrust al fine di far dichiarare illegittima tale pratica incresciosa.
Per maggiori informazioni è possibile contattare la sede Adoc a voi più vicina: Potenza in via Via Stigliani, 2 ( 097146393 – 330798081) e Via Napoli 3, di Matera in Via Annunziatella 34, di Sant’Arcangelo in Piazza de Gasperi 10.