Il Comitato “La Voce di Corleto” congiuntamente al Comitato per la salvaguardia dell’occupazione e del territorio hanno inviato al Presidente della Regione Basilicata, Dr Vito Bardi, all’Assessore all’Ambiente, Dr Gianni Rosa ed all’Assessore per le Attività Produttive, Dr Franco Cupparo, una richiesta di incontro urgente per discutere sull’opportunità di autorizzare l’avvio dell’impianto del Centro Oli “Tempa Rossa” nel prossimo mese di settembre.
Ad avviso dei Comitati scriventi, infatti, questa sarebbe una scelta scellerata ed insensata stante la mancata valutazione di alcune criticità che ad oggi, sebbene più volte denunciate e sollevate nelle sedi istituzionali competenti, non hanno trovato alcun riscontro.
Tali criticità, formulate nelle osservazioni rassegnate rispetto alla redazione del piano di emergenza esterna ma che comunque si ritiene possano e devono considerarsi anche fuori da quel contesto, attengono nello specifico:
1.alla mancata valutazione della aree a rischio idrogeologico: infatti, nonostante i lavori di consolidamento di Total, non esiste alcuno studio pubblico e terzo che documenti l’interfaccia tra pressione delle infrastrutture industriali a pieno esercizio e sollecitazioni/reazioni del terreno anche con le opere di consolidamento realizzate.
2. alla mancata valutazione della modellistica del regime climatico: è importante a tal proposito ricordare che Corleto Perticara presenta un suo dislivello altimetrico rispetto al Centro Oli Tempa Rossa, senza barriere fisiche, a differenza di Gorgoglione e Guardia Perticara per cui si ritiene necessario calcolarsi il rapporto tra altimetria e caratteristiche fisico/chimiche delle varie sorgenti del Centro Oli Tempa Rossa. Così come non possono trascurarsi gli effetti di tutti gli altri agenti atmosferici soprattutto avuto riguardo ai costanti e repentini cambiamenti climatici, pertanto si ritiene necessario acquisire la serie climatica degli ultimi trent’anni a compimento di una più esaustiva e corretta valutazione del rischio idrogeologico.
3. mancata valutazione di impatto dello scarico depuratore: la tecnologia di depurazione delle acque di scarto petrolifere non è mai stata debitamente collaudata sul campo in Italia, nè studiata sia nella sua efficacia che nei suoi effetti ambientali –sanitari. Si tratterebbe di un test vero e proprio quello del Cento Oli Tempa Rossa che preoccupa ancor di più considerando come Arpab non ha i mezzi ad oggi per procedere ad un dettagliato monitoraggio della bontà del medesimo e soprattutto non è neanche previsto un campionatore automatico terzo sulla qualità degli scarichi. I corpi recettori idrici finali non hanno neanche subito una valutazione di talché si rischia di contaminare gli habitat senza neanche poterne valutare danni e modificazioni.
Oltre a discutere di tali problematiche è intenzione dei Comitati chiedere l’istituzione di un registro tumorale prima dell’avvio della produzione e coltivazione degli idrocarburi, nonché l’accensione di una polizza fideiussoria da parte di TOTAL a garanzia di eventuali futuri danni che dall’attività potrebbero ricevere il territorio ed i suoi cittadini.
Riteniamo – scrivono nella lettera i Comitati – che a ben poco servano per la risoluzione di tali problemi i proclami dei politici nostrani rispetto alla garantita tutela ambientale se essa non si concretizza in documenti istituzionali dettagliati e puntuali.